Changeling
Titolo originale: Changeling
USA: 2008. Regia di: Clint Eastwood Genere: Thriller Durata: 140'
Interpreti: Angelina Jolie, John Malkovich, Riki Lindhome, Amy Ryan, Colm Feore, Devon Gearhart, Jeffrey Donovan, Kelly Lynn Warren, Devon Conti
Sito web: www.changelingmovie.net
Nelle sale dal: 14/11/2008
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Dario Carta
Los Angeles,10 marzo 1928.
Christine Collins,(Angelina Jolie), lascia il figlio Walter a casa,per recarsi al lavoro.
Al suo ritorno,la casa è vuota e non c'è traccia di Walter.
Si rivolge subito alla polizia,ma realizza subito che il Dipartimento non è intenzionato ad offrire l'aiuto ed il supporto che la donna si aspettava.
Dopo 5 mesi il capo della polizia,inviso ai più e ragionavolmente sospettato di corruzione,dichiara il caso risolto e riporta a Christine il figlio ritrovato.
Ma la madre non riconosce nel ragazzino riportatole il figliolo e manifesta il proprio disappunto al comandante in visibile malafede,reclamando il suo diritto alla giustizia,al punto tale da scontrarsi apertamente con le autorità.
In un conflitto che la vede perdente,Christine è affiancata dal Reverendo Guistav Briegleb,(John Malkovich),asciutto paladino in feroce contrasto con i soprusi del Dipartimento e degli organi governativi e questo collegati.
Gli eventi narrati nel film fanno riferimento ad un caso di rapimento ed omicidio di bambini,fatto agghiacciante che si intreccia con il racconto che sviluppa la sua centralità sulla figura ed il dramma di Christine.
Entrambi i fatti,realmente accaduti,sono stati riportati alla luce dallo sceneggiatore J. Michael Straczynski,informato dell'esistenza di documentazioni relative al caso Collins,in giacenza negli archivi del municipio di Los Angeles.
Rispolverati ed esaminati nel corso di un anno,le cronache hanno dato corpo ad una sceneggiatura,stesa in undici giorni,cui seguì la pellicola coprodotta da Eastwood e Ron Howard.
Il film non si limita ad esporre gli atroci fatti relativi ad un caso di rapimento ed il dramma vissuto da una madre devastata dal dolore,ma si allarga a descrivere il contesto nel quale la storia si sviluppa.
Uno dei temi più cari a Eastwood è la denuncia della corruzione del potere,(cfr "Potere assoluto",1997,tratto dal l'omonimo romanzo di David Baldacci).
In uno scontro tra il singolo individuo ed il potere costituito,il corpo di Polizia,realmente corrotto ed inefficiente,che non lascia respiro ai diritti fondamentali dell'uomo,per il raggiungimento del proprio interesse,l'intento del regista è di evidenziare la lotta contro il sopruso e la sopraffazione.
Il fittizio impegno della polizia,qui vergognosa figura di una falsa giustizia, contrasta con il reale dolore di una caparbia donna,violata nella sua dignità,che si ostina in una ossessiva ricerca della verità.
La Los Angeles degli anni ' 20,viene dipinta,con uno stile proprio di James Ellroy,come uno scenario nel quale si articola una società che si relaziona alla donna nei termini di un sessismo al limite della segregazione.
Collins rifiuta l'avvilente ambito nel quale la sua società la emergina e si oppone al punto da essere essa stessa punita e rinchiusa in un manicomio,nel quale sono ricoverate solo donne,tutte vittime della stessa situazione.
Questo ritratto di donna solo in apparenza instabile mentalmente,ricorda la figura di Ingrid Bergman in "Angoscia",di George Cukor,del 1944,ove,come qui,è messa in discussione l'equilibrio emotivo del personaggio femminile,reso bersaglio di menzogne e sopraffazioni.
Pochi anni dopo l'asserzione,secondo il 19° emendamento,che riconosceva l'uguaglianza sessuale,per cui la donna cessava di
essere considerata come "cittadino di secondo ordine",(negli USA !),le istituzioni sanitarie mentali,venivano utilizzate dall'establishment maschile,come mezzo per perseguire inaccettabili discriminazioni verso l'altro sesso.
Il film dipinge un quadro di una Los Angeles ove il complesso degli elementi politici e governativi,assistenziali,comprese le strutture sanitarie,è accusato di abuso,corruzione,menzogna ed inettitudine e rende chiara l'idea che è da confutare l'immagine di "un'età felice",per una città gettata nel degrado morale.
Non stupisce allora che la violenza sui minori,infimo aspetto della natura umana,possa fluttuare come una sozza emanazione in questa trista cronaca.
L'accorato appello di Eastwood ai diritti ed all'innocenza dei bambini è stato già trattato in "Un mondo perfetto",del 1993 e nel drammatico "Mystic River",2003.
In entrambe le pellicole,la purezza dei piccoli è assurta a valore supremo su ogni diritto e dovere dell'uomo.
Il senso della scabrosa scena dell'esecuzione di Northcott,trova spiegazione in questa prospettiva.
Non c'è ragione che l'uomo possa giustificare,in un Paese civile,la soppressione di un essere umano.
Ma in un "mondo perfetto",dice Eastwood,i crimini contro i bambini,dovrebbero essere in cima alla lista per la pena capitale.
"Ma - continua il regista - che si sia proo contro la pena di morte,va considerata un'azione barbara e incivile,se eseguita di fronte ad un pubblico".
La scena dell'impiccagione è deliberatamente cruenta.
"Non si può tornare a casa e restare sereni dopo avere assistito ad uno spettacolo di morte".
Se la Jolie è meritevole di almeno un Oscar,come protagonista,Malkovich non è da meno,nelle sue vesti di Pastore determinato a condurre a buon fine la Crociata contro la falsità.
Splendido film di denuncia,sceneggiatura senza macchia,scorrevole,lineare,nessun inciampo,neppure nei salti temporali e la regia di Clint Eastwood completa un lavoro degno del miglior cinema di grandi immagini e profonde eco,con fotografia,colori ed effetti speciali,(Rotoscoping e Maya software),di grande efficacia,pur nella loro discrezione.
|