Davanti agli occhi
Titolo originale: The Life Before Her Eyes
USA: 2008. Regia di: Vadim Perelman Genere: Thriller Durata: 90'
Interpreti: Uma Thurman, Evan Rachel Wood, Eva Amurri, Emily Rose Branigan, Gabrielle Brennan, Brett Cullen, Oscar Isaac, Jack Gilpin, Molly Price, Isabel Keating, Jessica Carlson, Adam Chanler-Berat, Peter Conboy, Aldous Davidson
Sito web: www.lifebeforehereyes.com
Nelle sale dal: 02/01/2009
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Confuso
Briar Hill,Connecticut. Diana,(Evan Rachel Wood) e Maureen,(Eva Amurri),frequentano lo stesso liceo e condividono,con la tipica spensieratezza adolescenziale,le esperienze che quell'età sa regalare.
La differenza caratteriale che le contraddistingue,cementa la loro amicizia e completa la loro unione goliardica:Esplosiva e disinibita Diana,più contenuta e timidamente prudente Maureen.
Ma la gioia che scandisce le loro movimentate giornate,trova la fine,quando,un giorno,nei bagni della scuola fa irruzione Michael,compagnio di classe delle ragazze,armato di mitra e lasciandosi alle spalle un massacro di professori e studenti,in un bagno di sangue.
Ora la minaccia è rivolta a loro con agghiacciante freddezza a chi dovrà sparare? Non le ucciderà entrambe,ma Michael chiede loro chi delle due sarà la vittima.
Quindici anni dopo,incontriamo Diana (Uma Thurman) e la sua famiglia:il marito Paul (Brett Cullen),docente di arte e la figlia Emma,nel difficile momento del passaggio tra infanzia ed adolesenza ed in crescita con riassunte in sè le caratteristiche ribelli ed insofferenti della madre.
Ma la famiglia,in apparenza felice,nasconde il tarlo di un dramma.
Diana deve affrontare quotidianamente i fantasmi di una realtà mai dimenticata,ma che,lasciatasi alle spalle per un vivere ordinario,le si rivolta costantemente addosso,divorandola e non concedendo nessuna pace.
In un procedere ansioso di immagini disallineate nel tempo,il film sviluppa l'angoscia e la tragedia che matura nell'animo di Diana e si allarga a inviluppare il complesso delle vite che le fanno da contorno.
Non esiste filo continuo,nella narrazione,che è posta processionalmente su differenti piani discontinui fra loro,in processanti flashback,correlati con l'oggi da situazioni,episodi,concetti o parole.
Su precisa intenzione del regista,viene osservata la volontà di Perelman di rispettare i tratti cardine del romanzo di Laura Kasischke,cui il film si ispira.
Richiami ed incessanti visioni alternano situazioni di realtà a dimensioni oniriche che oscillano senza freno temporale fra passato e presente,immaginazione e supposta verità.
Il promettente inizio,che traccia un racconto dal passo lento ma sostenuto e vigoroso,sorretto da una regia di buon nerbo,seppur parca nel regalare emozioni,scivola ben presto in un ridondante infittirsi di immagini articolate fra loro da un labile concetto di connessione temporale e banalmente agganciate l'una all'altra da sogni o illusioni,sicchè lo spettatore tende a perdersi a sua volta o a rinunciare al proprio interesse.
Temi,concetti,parole,perfino musiche,(si noti il motivo ricorrente di "She's not there",tra l'altro presente in anche in "Kill Bill",di Tarantino),si citano,ritornano e ricorrono nei 90 minuti di pellicola,riproponendosi e facendo capolino qua e là,a buon uso dell' acuta attenzione dell'osservatore.
Galleggia nell'animo della protagonista un dramma aggrappato nei suoi intimi recessi,che la divora e che insiste sulla riflessione dell'esaltazione della coscienza,concetto evitato accuratamente all'inizio del film,da Diana,durante un colloquio con la figlia ma riemerso instancabilmente più volte nella seconda parte della pellicola.
Impossibile cercare e trovare continuità nel racconto,come pure risulta arduo identificare la stessa persona seppur cresciuta e maturata,nelle due ottimi attrici,con buona pace delle ricerche del regista.
Uma Thurman è brava e bella,languidamente rapita dal suo personaggio,pur non credendoci molto.
E questo a suo maggior merito.
Evan Rachel Wood ("Across the Universe",nomination al Golden Globe per "Thirteen","Correndo con le forbici in mano"),si propone al meglio nelle vesti di liceale irrequieta,ma perde il confronto con Eva Amurri,più spontanea e sincera,nella consapevolezza della sua comprimarietà.
Perelman guida con una regia dal respiro lento ma ampio ed,inizialmente forte,che però perde pulsione con il procedere della narrazione.
Gli eventi giocano fra loro,rimbalzandosi come eco di voci in una stretta vallata,saltando instancabilmente su più piani non complanari e costruendo un'iperbole che inizia con l'incipit e viene ripresa nelle immagini in chiusura,a formare un racconto cui lo spettatore troverà modo indovinare la chiave d'interpretazione ed una risposta appagante.
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