Duplicity
Titolo originale: Duplicity
USA: 2009 Regia di: Tony Gilroy Genere: Thriller Durata: 129'
Interpreti: Julia Roberts, Clive Owen, Paul Giamatti, Tom Wilkinson, Carrie Preston, Wayne Duvall, Christopher Denham, Cassidy Gard, Tom Stratford, Brandon Slagle
Sito web: www.duplicitymovie.net
Nelle sale dal: 10/04/2009
Voto: 6,5
Trailer
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Recensione di: Francesca Caruso
Dopo Michael Clayton, il regista Tony Gilroy riprende nuovamente le fila intricate degli inganni, delle truffe e delle trappole. Questa volta a farsi la guerra sono due capi d’industria rivali, o per meglio dire le loro spie. Ray Koval è un ex agente segreto britannico, Claire Stenwick è un ex agente della Cia.
Entrambi si mettono al servizio delle due grandi industrie facendo il doppio gioco, per scoprire la formula segreta a cui una delle due sta lavorando, appropriarsene e poi rivenderla al migliore offerente. Tra i due nasce un’intesa affettiva, eppure non si fidano completamente l’uno dell’altra. In questa corsa sfrenata nell’ingannare l’altro sarà chi meno se l’aspetta a rimanere gabbato.
Il film procede lento fin dai titoli di testa, in cui il regista sceglie di utilizzare il ralenti per imprimere l’elemento comico della storia che prende l’avvio con la scena in cui i due capi litigano su una pista d’atterraggio sotto la pioggia battente. La comicità che si voleva conferire al film non attecchisce, gli unici momenti in cui scappa un sorriso si riscontra nel modo di rapprocciarsi e nei dialoghi tra Ray e Claire. L’immobilità del racconto, nel quale lo sviluppo e il procedere degli eventi risultano impercettibili, rendono il film lontano dal coinvolgere lo spettatore e intrattenerlo veramente. Il difetto più visibile è quello di cercare di sostenere l’interesse dello spettatore sulla disputa di due corporazioni operative che di fatto sono immobili, ciò che si dovrebbe fare, ovvero operare, agire, viene meno. Manca lo sviluppo decisivo, l’azione.
Quel po’ di ritmo presente è dato dalle schermaglie amorose dei due protagonisti, che purtroppo risultano essere delle gag staccate dal resto del racconto.
Tony Gilroy,nonostante ciò, mette dei punti a segno in più di un occasione.
Lo spettatore viene posto sin dall’inizio di fronte al doppio, avendo davanti agli occhi lo schermo diviso idealmente a metà, dove sono inquadrati due aerei, due gruppi distinti di individui e i due capi che litigano sulla linea di demarcazione delle due sezioni, ogni cosa è speculare all’altra, persino i movimenti della lotta tra i due, che sembra originare una coreografia di danza. Questi elementi introducono alla duplicità dei comportamenti e degli individui durante tutto il racconto. Nessuno è quello che dice di essere e tutti nascondono il personale fine ultimo.
In effetti ciò su cui il regista voleva porre l’accento erano due amanti totalmente incapaci di essere sinceri l’uno con l’altro, riguardo il proprio lavoro di spie, ma soprattutto sui loro sentimenti.
Entrambi riescono ad essere concentrati sulla loro missione e allo stesso tempo iniziare a prendersi un po’ di libertà nell’innamorarsi.
Attraverso la scelta delle diverse ambientazioni degli uffici delle società concorrenti Gilroy è riuscito a trasmettere le personalità degli imprenditori, il sicuro di sé e apparentemente integerrimo Howard Tully e l’infido e megalomane Dick Garsik. La Burkett & Randle è un luogo pulito, nitido, luminoso in netto contrasto con il senso di clandestinità, oscurità e segretezza dell’agenzia di controspionaggio, al servizio della Omnikrom.
Le trasparenze presenti, grazie alle innumerevoli vetrate, fanno passare l’idea che non ci sia niente da nascondere. Il regista vuole che lo spettatore segua le scoperte che fanno i personaggi ignari di ciò che li attende, lasciandoli nella medesima situazione, depistandoli entrambi fino alla fine.
Gli incontri amorosi tra i due protagonisti avvengono ogni volta in città differenti e bellissime, Dubai, Roma, Londra, Miami e Zurigo. L’intento è quello di stemperare gli animi e la caccia continua, unico neo è che questi inserti sono slegati dal resto del corpo filmico.
Duplicity è un film che avrebbe potuto avere una resa migliore se gli elementi messi in gioco fossero stati compenetrati diversamente, possiede comunque degli aspetti piacevoli.
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