Faces in the Crowd
Titolo originale: Faces in the Crowd
USA, Francia, Canada: 2011. Regia di: Julien Magnat Genere: Thriller Durata: 102'
Interpreti: Milla Jovovich, Sarah Wayne Callies, Michael Shanks, Julian McMahon, Sandrine Holt, Adam Harrington, Valentina Vargas, Marianne Faithfull, Stephen Huszar, John B. Lowe, Anthony Lemke, Kirsten Robek, Sebastien Roberts, Apollonia Vanova, David Atrakchi
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Inedito in dvd
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Ovattato
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L'intrigante tematica sviscerata in "Faces In The Crowd" è la pietra angolare su cui lo sceneggiatore e regista Julien Magnat costruisce il suo lavoro d'esordio per i grandi schermi,un thriller di colore classico marcato da una tensione strategica e vibrante e scandito dal ritmo sostenuto di un cinema dall'aspetto piacevolmente retrò.
Come nei recenti "Blindness" e "Con gli occhi dell'assassino",il linguaggio usato raccoglie il senso di una paura sottile e trasversale,l'angoscia indotta dalla perdita dal senso primario della vista,qui elaborata nella variabile inedita di un morbo che,anzichè lasciare al buio gli organi della luce,li colpisce facendoli mezzo traduttore imperfetto dei segnali trasmessi alla corteccia.
In "Faces In The Crowd" la cecità lascia il posto ad un disordine reale,la Prosopagnosia,un disturbo del riconoscimento,una mancanza percettiva che impedisce di riconoscere correttamente i volti delle persone.
Schiusa interessante al panico più oscuro,che chiama in causa modelli di scienza e territori meno esplorati del cinema thriller-horror e dei suoi ibridi.
Anna Marchant (Milla Jovovich),tornando a casa una notte dopo una serata passata con le amiche in discoteca,assiste all' omicidio di una donna,lasciata morire con la gola tagliata dopo essere stata violentata.
Vista dal killer,Anna,che a sua volta ha visto l'assassino,riesce a fuggire,ma non esce incolume da un incidente che le causa la perdita della cognizione percettiva.
Incapace di riconoscere i volti delle persone che la circondano,i cui tratti cambiano in continuazione,la donna è preda del serial killer che le da la caccia,uno psicopatico che usa piangere sulle sue vittime.
Anna chiede aiuto al detective Kerrest (Julian McMahon) e mentre sembra farsi sempre più vicino a lei il fiato dell'assassino,i mille volti che circondano la donna,sempre diversi e sempre mutevoli,possono nascondere l'identità di un cacciatore che la vittima non può più riconoscere.
Il film si porta addosso un potenziale importante che genera un forte magnetismo attraverso la descrizione delle reazioni di una protagonista tradita dai propri sensi e degli espedienti cui ricorre per non restare preda di un assassino dai mille volti e nessuna identità.
Le tattiche adottate da Anna per riconoscere le persone,per lei solo simulacri a rotazione,il linguaggio del corpo,il senso del tatto,il riferimento ai colori e persino l'uso della vista diretto a parti del corpo lontani dal viso,diventano il mezzo per una conoscenza interiore della protagonista,quel dialogo fra spettatore e personaggio che apre i cancelli all'immedesimazione.
Anna non è cieca,ma resta travolta dal senso dell'isolamento in mezzo alla folla,è preda del panico della solitudine fra i mille volti di nessuno,facce ignote di una minaccia i cui lineamenti scorrono davanti ai suoi occhi senza poterli accostare a chi li possiede.
Anna apprende dalla dottoressa Langenkamp (Marianne Faithfull) che i volti sono come i codici a barre dell'umanità e che da sempre sono soggetti a quella lettura che può rivelare le intenzioni umane,comunione o allarme,amicizia o pericolo.
La perdita del riconoscimento dell'identità di Anna le si allarga intorno a partire da sè stessa,dal proprio volto,che la donna non distingue in uno specchio avverso e ostinatamente risoluto a non concedere il minimo senso di una certezza che si sbriciola come le schegge di un vetro frantumato dalla disperazione per troversi persi.
Fitto di indizi evocativi - l'acqua rovesciata dalla bambina sul ritratto di donna i cui occhi si sciolgono in macchie scure senza contorni e colori,o le immagini in apertura che riprendono con insistenza gli occhi chiusi di Anna e il suo fidanzato Bryce (Michael Shanks),"Faces In The Crowd" è buon thriller psicologico,ben ritmato,fluido e scorrevole,imbastito su un'idea coinvolgente,con alcuni guizzi,come l'incontro fra una psicologa sorda e una protagonista dalla vista malata,dove il regista ha cura di porre l'accento sull'urgenza di di vivere la propria battaglia,tenendo alto lo scettro offerto da una vita che offre ogni possibilità per non rinunciare e perdersi nel nulla.
Probabile ostacolo ad una composizione altrimenti lineare e ordinata,è proprio l'elemento centrale del film.
Riesce ostico,col passare del tempo,metabolizzare l'infinito scorrere dei troppi visi davanti agli occhi di Anna e dello spettatore confuso,entrambi messi ad assistere allo sfogliare di tante pagine di un libro aperte a caso,dove la presa del racconto si perde in un frustrante disorientamento.
Milla Jovovich incarna in Anna un personaggio lontano dal suo catalogo professionale,ma la sua mimica e l'uso studiato dei suoi occhi supera le difficoltà dei luoghi comuni.
Julian McMahon è un detective da copione hollywoodiano,irascibile e scontroso,ma anche innamorato e out of tune dopo la sua fissa dimora in Nip And Tuck.
Fra tanti altri volti,spicca Marianne Faithfull,uscita dalle pagine delle cronache di un'epoca indimenticabile,qui psicologa alternativa e beffardamente sorda.
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