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Scritto da Dario Carta   
martedì 15 luglio 2008

Hard Candy
Titolo originale: Hard Candy
USA: 2006. Regia di: David Slade Genere: Thriller Durata: 103'
Interpreti: Patrick Wilson, Ellen Page, Sandra Oh, Odessa Rae
Sito web: www.hardcandymovie.com
Nelle sale dal: In dvd - Inedito Cinematografico
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Dario Carta

hardcandy_leggero_1.jpegHayley e Jeff passano lunghe ore chattando in internet,fanno amicizia e decidono di incontrarsi per conoscersi di persona.
Jeff è un trentenne fotografo di moda e Hayley è una ragazzina di 14 anni,svelta,disinvolta , disinibita e molto intraprendente per la sua età.
I due si incontrano per la prima volta in un luogo pubblico,un bar,come è necessario fare in casi come questi.
Non c'è molta attesa,prima di rendersi realmente conto di che tipo di piatto sta per essere portato in tavola.
Con l'immagine nell'incipit della soffice fetta di torta tagliata delicatamente e gustata,si intuisce quanto distorta ed equivoca sia la vicenda che segue.
Le labbra di Hayley,cariche di briciole di cioccolato ed il gesto rapido di Jeff,che le pulisce,confermano l'animo dello spettatore,che si trova,a questo punto,preparato,dopo pochi secondi dai titoli di testa.
Comunque affascina fin da subito il colloquio fra i due protagonisti,intenti a misurarsi in un reciproco esame sul filo di una curiosità morbosa. Ne nasce un senso di incertezza,di disequilibrio,che si insinua nell'animo dell'osservatore.
Ottimamente sceneggiato fin dai primi passi,lo script mette subito in luce cosa sia successo prima che i due personaggi si incontrassero nel coffee-bar,per approfondire le rispettive conoscienze,ed il background è perfettamente pennellato ed esaustivo. Si capisce subito chi sia la preda e chi il predatore,per quanto un senso di insicurezza pervada chi assiste ai fatti e lo sconcerto non permetta di riconoscere che ogni pezzo del puzzle sia l suo posto.
Si avverte in un attimo che nè lui nè la ragazzina siano realmente le figure che stanno dando vita ai personaggi.
E quando ci si accorge che questo è vero,la storia è già cominciata e trova lo spettatore immerso fino al collo in una realtà sorprendentemente gelida.

La pellicola sviluppa la tematica di quell'orribile condizione sociale che è la pedofilia a fil di rete.
Tuttavia,lo fa con una sapienza e maestria che conducono per mano lungo un intreccio di trama pressochè impeccabile,tessuto in una vicenda oscura ed ignobile,ma raffigurata con veemente realismo.
Dalle viscere di una lurida realtà infrattata nelle pieghe di una vergognosa pratica,ne esce una storia cruda,dolorosa come il sale sulle ferite di un'umanità che pecca e che necessita misericordia.
E' una storia posta su due livelli.
Sul primo livello vediamo una quattordicenne che intrappola un trentaduenne pedofilo,conosciuto in rete.
Sul successivo,si delinea uno scenario porno,che inquadra la femmina dominante sul maschio.
Ma ciò che inquieta e disturba profondamente,è il realizzare che,in questo caso,l'aguzzino è l'adolescente.
Questa situazione sconforta e spiazza le nostre convinzioni,le nostre presunte coerenze e ci sfida ad affrontare,tradotta in una trasposizione fantastica,una malata natura umana.
Ma la pellicola è di fattura indiscutibile e la sfida è bene accetta.
I due protagonisti (e due restano per tutta la durata del film,fatto salvo per una rapida apparizione di Sandra Oh,uscita dalle scene di Grey's Anatomy), sono perfettamente inseriti nei rispettivi ruoli,credibilissimi e coinvolti,con un cenno speciale all'attitudine della bravissima Ellen Page(X-Men conflitto finale,e recentemente vista in Juno),meritevole di attenzione per la speciale performance,davvero inusuale per una diciassettenne.

Equivoca,provocante e metodica,guida tutto il film e grida i suoi nervi gelidi,svelando a poco a poco il perchè del suo agire.
Nel mezzo sta lo spettatore,trascinato da una corrente da cui si trarrà in salvo solo al termine del film,senza nemmeno accorgersi di essere stato seduto in poltrona per un'ora e mezza.
"Hard Candy" è un film estremo,che scatta in continuazione su situazioni equivoche,passando per stati d'ira e di scioccante empietà.
Eppure è quasi teatrale,claustrofobico,tagliato su colloqui e sguardi ed ambientato in scenari essenziali,privi di effetti sonori o musiche (solo pochi minuti di colonna sonora vengono proposti),ove i suoni ambientali e i respiri costruiscono la sountrack.
Hayley indossa una felpa rossa,che allude al "Cappuccetto Rosso",qui figura rovesciata rispetto alla fiaba e predatrice con la tagliola scattata.
Tutti i colori di scena sono presentati con densità e saturazione ben precisi,per fare da sfondo all'incedere umorale dei due protagonisti (si noti come i colori virino al livido,quando Hayley si fa aggressiva).
Mai uscito nelle sale,in Italia il film vomita la sua rabbiosa attualità solo in formato DVD,ma viene premiato negli USA,al Sitges Film Festival,nel 2005,come miglior film e migliore sceneggiatura.

 
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