Titolo: Il cecchino
Titolo originale: Le Guetteur
Francia: 2012. Regia di: Michele Placido Genere: Thriller Durata: 90'
Interpreti: Mathieu Kassovitz, Daniel Auteuil, Olivier Gourmet, Violante Placido, Luca Argentero, Arly Jover, Francis Renaud, Sébastien Soudais, Alex Martin, Nicolas Briançon, Sébastien Lagniez, Christian Hecq, Michele Placido
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Nelle sale dal: 02/05/2013
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Cupo
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Tra i più attesi del Festival Internazionale del Film di Roma, è stato presentato Le Guetteur – Il Cecchino, l’ultimo film diretto da Michele Placido.
Un gran bel thriller che certamente ricorda i due precedenti lavori del regista, Romanzo Criminale e Vallanzasca: Gli angeli del male – lo stesso Placido ha detto che Le Guetteur è il suo Romanzo Criminale francese - ma che dà prova, ancora una volta, di quanto egli sia valido come regista di film di genere.
Un cast d’eccezione dà vita ad una storia di avidità e vendetta, in cui gli elementi tipici del poliziesco si mescolano con l’attualità della guerra in Afghanistan: Daniel Auteuil e Matthieu Kassovitz si cimentano brillantemente con il ruolo, rispettivamente, di detective e di tiratore professionista.
Il primo è deciso a porre fine alla carneficina che sta imperversando nella capitale francese, il secondo vuole invece scovare chi, a poco a poco, ha messo fuori gioco i componenti della banda di rapinatori di cui lui è la punta di diamante.
Il nemico è comune e i due “avversari” si troveranno a cacciare la stessa preda, combattendo ognuno con i propri fantasmi, del passato e del presente.
Dal punto di vista tecnico, Le Guetteur vanta un ritmo sincopato soprattutto nella prima e nell’ultima parte: subisce una lieve battuta d’arresto nella tranche centrale ma la tensione rimane alta. L’incipit trascina nel vivo dell’azione e apre il film con una sparatoria e un inseguimento al cardiopalma: successivamente ci vengono presentati i protagonisti e a poco a poco il quadro è chiaro. La macchina da presa si sofferma su alcuni dettagli, cui il ralenty conferisce maggiore valenza drammatica, e la fotografia cupa e tenebrosa acuisce l’angoscia di certe sequenze.
Facciamo il tifo per il detective e per il cecchino che dà il titolo alla storia e ci lasciamo trasportare nella campagna desolata, tra milioni di euro nascosti e avidamente desiderati, un maniaco omicida e una squadra di amici e colleghi raggirata da un assassino famelico e senza scrupoli.
Se non fosse per il regista e due interpreti italiani – Luca Argentero e Violante Placido - e per i due protagonisti francesi, lo si potrebbe scambiare per un qualsiasi action-thriller made in USA.
Chiamato alla regia dai produttori francesi, Placido si è trovato tra le mani una sceneggiatura già pronta e dettagliata, cui si è vigorosamente dedicato, realizzando un film che funziona sotto tutti i punti di vista.
“Una bella esperienza”, ha affermato il regista durante la conferenza stampa: un’avventura che lo ha portato in un paese in cui il cinema sta andando alla grande e sta ottenendo risultati più che positivi, grazie soprattutto alle brillanti commedie prodotte negli ultimi anni. Quanto all’Italia: “Il pubblico segue, ma il cinema rimane fermo”.
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