Titolo: Il corvo
Titolo originale: Snow White and the Huntsman
Francia.: 1943. Regia di: Henri-Georges Clouzot Genere: Thriller Durata: 100'
Interpreti: Pierre Larquay, Ginette Leclerc, Pierre Fresnay, Micheline Francey
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Nelle sale dal: Agosto 1943
Voto: 8
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Scoperchiante
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“Il corvo” è un film del 1943, diretto da Henri-Georges Clouzot. La sceneggiatura originaria è stata scritta da Henri Chavance, che si è ispirato a fatti realmente accaduti a Tulle nel 1917.
Il film racconta di un anonimo, che invia delle lettere al dottor Rémy Germain, nelle quali denuncia la sua presunta relazione con Laura Vorzet, giovane moglie del primario Vorzet, e la sua sospetta pratica di aborti su richiesta.
L’autore firma le lettere il Corvo. Inizialmente nessuno dà molto peso alla faccenda, ma le lettere iniziano ad essere recapitate a parecchi abitanti della cittadina e diventa seria dopo la morte di un paziente dell’ospedale, a cui gliene arriva una.
I fatti di cronaca, diversamente dal film, riportano un anonimo, che denuncia sotterfugi finanziari praticati dalla giunta comunale.
Clouzot mette mano alla sceneggiatura riscrivendo quasi tutta la storia e lasciando inalterati solo gli snodi cruciali scritti da Chavance. Nel 1951 viene realizzato un remake americano con Otto Preminger alla regia: “La penna rossa”, titolo italiano de “The 13th letter”.
Alla sua uscita in sala “Il corvo” è visto come espressione del regime nazista verso i francesi, anche perché finanziato dalla Continental Films, studio cinematografico attivo durante il Terzo Reich, ma con sede in Francia. Così Clouzot è costretto all’inattività per alcuni anni e “Il corvo” è censurato.
Nel 1947 il regista e sceneggiatore torna dietro la macchina da presa e dirige un grande successo di pubblico “Legittima Difesa”. Professionalmente attivo fino al 1968, muore nel 1977, lasciando delle piccole gemme del cinema noir francese. Ha ricevuto diversi riconoscimenti sia al Festival di Venezia - nel 1947 per “Legittima Difesa” e nel 1949 per “Manon” - che a quello di Berlino per “Vite vendute” nel 1953.
In questo film ricco di suspense e di colpi di scena, Clouzot riesce a dosare perfettamente ogni più piccolo elemento a sua disposizione, facendo in modo che lo spettatore dubiti di chiunque e quand’anche il più esperto avesse individuato chi sia il Corvo, sarà sorpreso da un finale imprevedibile e ben congegnato.
Il regista mette in scena la natura umana: molte delle “vittime” accusate dal Corvo non lo sono e a buon ragione, in quanto colpevoli di ciò di cui le si accusa. Inoltre gli abitanti provvedono a esprimere i loro giudizi senza remore, condannando coloro che l’anonimo infanga a prescindere se sia vero o meno quanto scrive.
La collettività si lascia manipolare con facilità, in ogni epoca e in qualsiasi situazione, tende a criminalizzare, invece di assolvere o avanzare qualche dubbio.
È nella natura umana. Spesso si addita l’altro prima che qualcuno lo faccia a noi, soprattutto quando si ha qualcosa da nascondere. Il protagonista tace diverse cose dal suo passato e il suo comportamento viene inteso in maniera distorta.
Pierre Fresnay è stato bravo a vestire i panni del dottor Rémy Germain, con questo film raggiunge il culmine della sua carriera a detta di molti.
Lavora già due anni prima con Clouzot nel suo primo lungometraggio “L’assassino abita al 21”.
Nel 1934 recita per il maestro Alfred Hitchcock, nella prima versione de “L’uomo che sapeva troppo”, dove interpreta il ruolo del misterioso agente inglese Louis Bernard.
Il film affronta diverse tematiche ritenute scottanti all’epoca, come l’aborto o il tradimento di una donna.
Uscendo durante la seconda guerra mondiale, molti critici e non solo hanno voluto vedervi ciò che volevano, additandolo, proprio come fanno i personaggi del film.
Disponibile in Dvd Flamingo Video, “Il corvo” è uno di quei film che gli amanti del noir e della suspense non possono non avere nella propria collezione. A volte basta, come in questo caso, una storia ben scritta, un abile regia e bravi attori per creare qualcosa di appagante, senza che ci sia bisogno di inserire altri “effetti”, come spesso accade oggi.
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