Il nome del mio assassino
Titolo originale: I Know Who Killed Me
USA: 2007. Regia di: Chris Sivertson Genere: Thriller Durata: 120'
Interpreti: Lindsay Lohan, Julia Ormond, Neal McDonough, Brian Geraghty, Bonnie Aarons, Garcelle Beauvais, Paula Marshall, Kenya Moore
Sito web: www.sonypictures.com
Nelle sale dal: In dvd - Inedito Cinematografico
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Nicola Picchi
Nella cittadina di New Salem imperversa un serial killer. Una sera la studentessa modello Aubrey Fleming scompare, e verrà ritrovata mutilata qualche giorno dopo ai bordi di una strada. Il problema è che, una volta risvegliatasi in ospedale, la ragazza sosterrà di non essere Aubrey, bensì la spogliarellista Dakota Moss. Qual è la verità?
La sceneggiatura dell’esordiente Jeff Hammond ha meritato un prestigiosissimo Razzie Award, che si assegna annualmente alle opere peggio riuscite del cinema americano, e già questo potrebbe essere un buon motivo per vedere il film e farsi quattro risate. Non capita spesso, infatti, di potersi godere un presuntuoso pasticcio dove si chiamano in causa amnesie post traumatiche, sdoppiamenti di personalità, serial killer con la passione del colore blu, parti gemellari e persino le buone, vecchie stigmate.
A tante delizie si aggiunga un po’ di gore, apparecchiato secondo le consuetudini del “torture porn”, e il piatto è servito.
I personaggi secondari, come i genitori di Aubrey e gli agenti dell’FBI, sono inesistenti, con una nota di demerito per l’ebete fidanzato Jerrod, il cui compito è di suggerire allo spettatore una falsa pista (regala ad Aubrey solo rose blu), ma che è anche l’unico a godersi la nuova personalità della ragazza.
Non c’è bisogno di aggiungere che la suspense è latente, la psicologia assente, il serial killer grottesco e il colpo di scena finale ridicolo, per rendersi conto che meglio sarebbe rivolgere altrove la propria attenzione.
Eppure la regia dell’indipendente Chris Sivertson, che s’atteggia a David Lynch e fa grande uso di luci colorate, non sarebbe proprio da buttar via e sporadicamente indovina qualche sequenza d’atmosfera, senza però riuscire a dare coerenza all’insieme. Eppure l’interpretazione di Lindsay Lohan, che ricorda molto da vicino la Rose McGowan di “Planet Terror” ma senza M16, rientra nei limiti della decenza, soprattutto sul versante Dakota Moss. Eppure… ma sì, diciamolo, “Il nome del mio assassino” ha un suo fascino perverso e una stupidità che rasenta il sublime, e a qualcuno potrebbe anche piacere.
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