Titolo: Le paludi della morte
Titolo originale: Texas Killing Fields
USA: 2011. Regia di: Ami Canaan Mann Genere: Thriller Durata: 109'
Interpreti: Sam Worthington, Jeffrey Dean Morgan, Jessica Chastain, Chloe Moretz, Jason Clarke, Annabeth Gish, Sheryl Lee, Stephen Graham, Griff Furst, J.D. Evermore, Sean Michael Cunningham, Donna DuPlantier, James Hébert, Marcus Lyle Brown, Coryn Elizabeth Cunningham
Sito web ufficiale: www.texaskillingfields.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 15/06/2012
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Oscuro
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"Le paludi della morte" appartiene al genere di cinema americano che si pone a contraltare al ruolo di Hollywood nelle officine dello spettacolo USA.
Pur essendo America fino al midollo,l'anima del lavoro della figlia di Michael Mann, Ami Canaan, respira un'aria alternativa a quella messa in commercio c/o gli Studios californiani.
Nel suo film la regista adotta il linguaggio del cinema che incarna la realtà più profonda di uno strato sociale meno ossequiato dalle luci dei riflettori sul box office.
Se una sceneggiatura si allontana dalle strade metropolitane per aprire le sue pagine alla lettura di avvenimenti di provincia,le dettature e gli stilemi di repertorio tendono a perdere i contorni a vantaggio di storie a volte più coerenti e allineate al binomio uomo-ambiente, ancora più vero e carnale delle realtà urbane d'America.
L'identità dello spettacolo cambia aspetto e si trasfigura nel macrocosmo che accoglie i nuclei anaerobici delle grandi città.
Davanti all'obiettivo del regista appaiono allora le forme meno ispezionate della condizione di esistenza ambientata nelle provincie, il più delle volte neglette nelle storie d'ordinanza nate sugli asfalti bui delle città.
Gli acquitrini dello sterminio coprono una vasta zona di campagna attorno a Texas City,accogliendo nel proprio ventre quanto resta di gran parte degli omicidi irrisolti avvenuti da quelle parti.
E' una zona paludosa e proibita,persa nel nulla degli spazi rurali del Texas,ma più abitata da corpi senza vita di quanto lo sia di anime il villaggio più vicino.
Brian Heigh (Jeffrey Dean Morgan),uomo di famiglia,di profonda fede religiosa e trasferito nel Sud da New York a seguito di un'indagine finita male,e Mike Souder (Sam Worthington),disincantato texano appena divorziato,formano la coppia di detectives che,incaricati di risolvere un caso di omicidio di una prostituta,cercano nelle paludi gli indizi per arrivarne a capo.
Nello stesso tempo, l'ex moglie di Souder,Pam (Jessica Chastan), ruvido ufficiale della contea limitrofa,indaga sull'omicidio di una ragazzina,sospettando che il corpo possa trovarsi nei campi.
Brian si allinea alle ipotesi di Pat, che ritiene ci sia un nesso fra i due casi,ma Mike fa resistenza,non volendo avere nulla a che fare con la ex moglie.
Le indagini proseguono, la verità prende forma, le paludi nascondono i propri morti e la comunità vomiterà la sua malattia.
Ami Canaan scrive una pagina buia di cinema noir usando il linguaggio trasversale che sintetizza gli eventi e il palcoscenico che li accoglie, le comunità emarginate, l'isolamento della provincia sudista, il colore desaturato dell'America extraurbana.
L'indagine di Brian e Souder è scandita da un ritmo lento e grave, con i toni bassi e ossessivi di una melodia oscura e sfuggente che accompagna il lamento di una cronaca nera cucita nel tessuto sociale rurale.
Il racconto respira dell'urgenza drammatica del silenzio assopito che pervade uomini e cose,tradotto in una narrazione intenzionalmente lenta e esasperante,rotta in continuazione da svolte e indizi irrisolti,forse troppe tracce perse in una trama che perde per strada la propria consistenza.
Il racconto pare restare fra color che son sospesi,spesso troppo indulgente verso il manierismo direttivo e più distratto nei confronti di una genuina esplorazione nei protagonisti.
Se la mano del padre la si può facilmente leggere nella filigrana delle scene di inseguimenti e scontri a fuoco, le virtù registiche di Ami Canaan, meno mature ed esperte, armonizzano ottima fotografia, suggestiva ambientazione, pagine di southern rock-folk, in una formula che esprime il respiro di una porzione d'America lontana dalle atmosfere delle città ma non per questo immagine meno concreta e urgente della realtà sociale che conforma il Paese nella sua interezza.
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