Titolo: L'ipnotista
Titolo originale: Hypnotisören
Svezia: 2013. Regia di: Lasse Hallström Genere: Thriller Durata: 122'
Interpreti: Tobias Zilliacus, Mikael Persbrandt, Lena Olin, Helena af Sandeberg, Jonatan Bökman, Oscar Pettersson, Eva Melander, Anna Azcárate, Johan Hallström, Göran Thorell, Jan Waldekranz, Emma Mehonic, Tomas Magnusson, Nadja Josephson
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Nelle sale dal: 11/04/2013
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Daria Castelfranchi
L'aggettivo ideale: Tenebroso
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Tratto dall’omonimo romanzo dell’autore Lars Kepler, arriva al cinema un thriller 100% made in Sweden. Lasse Hallström - regista di Chocolat e Le regole della casa del sidro, per citarne due piuttosto noti al pubblico - abbandona Hollywood e torna nella sua madrepatria per dirigere un cast di attori svedesi, in primis Lena Olin, Tobias Zillicus e Mikael Persbrandt.
Josef è l’unico testimone di un’orribile carneficina: la sua famiglia è stata sterminata ma anche lui è in fin di vita e non può essere interrogato dalla polizia.
L’ispettore Joona Linna decide allora di rivolgersi ad un famoso ipnotista che, ricorrendo alla sua tecnica, potrebbe riuscire a far parlare il ragazzo.
Colpi di scena e tensione alta per tutto il film, sebbene il ritmo sia meno sincopato rispetto alle produzioni hollywoodiane e si adegui alla rilassatezza tipica della cinematografia svedese.
Lo stile arioso di Hallström si riconosce fin da subito e le riprese aeree dei sobborghi innevati di Stoccolma, sono al tempo stesso affascinanti e minacciose.
L’atmosfera tetra e tesa fa da sfondo all’intera narrazione e col passare dei minuti assistiamo al disfarsi dei rapporti tra marito e moglie, alla rivelazione scioccante che porta ispettore e ipnotista sulle tracce dell’assassino e allo psicodramma conclusosi con il feroce massacro.
Il regista conduce abilmente la sua macchina da presa tra gli angusti e inquietanti corridoi dell’ospedale, sopra i laghi ghiacciati, nella casa di Erik e Simona, riuniti dalla tragedia.
Non il thriller convenzionale che Hollywood ci ha abituati a vedere ma un’indagine che si tinge di rosso e che svela, sequenza dopo sequenza, personaggi, moventi, drammi psicologici, siano essi delle vittime o dei carnefici.
Fluido dal punto di vista tecnico e visivo, il film scorre piacevolmente, per quanto si possa dire di un thriller introspettivo, e regala qualcosa di diverso, girato in maniera diversa, scritto in maniera diversa.
Lontano dalle pellicole ansiogene made in Hollywood, L’Ipnotista è consigliato a chi vuole vedere qualcosa di più interiore e a chi ha apprezzato l’atmosfera, gli ambienti, i personaggi schivi e l’aurea tenebrosa di Uomini che odiano le donne.
Quello di Niels Arden Oplev s’intende.
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