Titolo: Margin Call
Titolo originale: Margin Call
USA: 2011. Regia di: J.C. Chandor Genere: Thriller Durata: 109'
Interpreti: Kevin Spacey, Paul Bettany, Jeremy Irons, Zachary Quinto,
Penn Badgley, Simon Baker, Mary McDonnell, Demi Moore, Stanley Tucci,
Aasif Mandvi, Ashley Williams, Susan Blackwell, Maria Dizzia, Jim Kirk,
Al Sapienza, Jimmy Palumbo, Peter Y. Kim, Grace Gummer, Rich Campbell,
Jason Denuszek, Stephen Fletcher, Kevin Keels, Kayden Kessler, Anna
Kuchma, Toshiko Onizawa, Brigid Ryan, Lynn Spencer, Laura-Love Tode, Rob
Tode, Naeem Uzimann, Reginald Veneziano, Steven Weisz
Sito web ufficiale: www.margincallmovie.com
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 18/05/2012
Voto: 7
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Schietto
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Distribuito dalla 01 Distribution, “Margin Call” è ora disponibile in Blu-ray e Dvd. Scritto e diretto da J.C. Chandor, il film parla del mondo dell’alta finanza.
Il taglio del personale di una imponente banca di investimenti è solo l’inizio di una serie di eventi che porteranno al crollo finanziario del 2008. L’analista Peter Sullivan completa il lavoro del suo ex capo, Eric Dale, e scopre che l’azienda è sull’orlo del fallimento.
Gli alti dirigenti si vedranno con le spalle al muro, in gioco non ci sono solo milioni di dollari, ma un tracollo economico che toccherà una miriade di persone e famiglie.
Chandor mette sotto la lente d’ingrandimento le azioni e le reazioni di alcuni rappresentanti dell’alta finanza, di come questi prendono decisioni spesso con spudorato cinismo, pensando al tornaconto personale, a mantenere la poltrona e il proprio status intatti, invece di porsi responsabilmente di fronte alle conseguenze disastrose delle loro scelte, che riguardano il futuro di tutti.
Quelli delineati dal regista e sceneggiatore sono i fatti antecedenti la crisi finanziaria del 2008, che tali banchieri, dirigenti, speculatori hanno contribuito a creare, coscienti di cosa sarebbe successo se avessero agito come poi hanno fatto.
Nel film Sam Roger mostra delle reticenze su quanto John Tuld lo sta pressando a fare, mentre per quest’ultimo sono solo altre decisioni da prendere, uscendone il meno ammaccato possibile, ma sempre in piedi, contrariamente a quanti compreranno il fumo che vende.
Tutto si svolge in una notte e ciò che Chandor ha voluto sottolineare è come ogni personaggio la vive, come reagisce, ponendo un interrogativo: come si può vivere con un peso del genere sulla coscienza?
Un altro aspetto su cui l’autore punta molto è il modo in cui vengono licenziati gli impiegati di una grande azienda – affrontato in modo particolare nel film “Tra le nuvole” di Jason Reitman – e quanto possa essere cinico e glaciale. Si utilizzano degli “intermediari” che si comportano come se davanti a loro avessero degli automi e non uomini e donne con sentimenti, ai quali tolgono tutto e subito.
Bella è la performance di Stanley Tucci. Nel volto di Eric Dale si legge il disorientamento per essere stato licenziato dopo 19 anni di lavoro. In pochi minuti viene sollevato dal suo incarico, disattivato il cellulare aziendale e ogni altro benefit e fatto “accomodare” fuori dall’edificio. Inoltre ha un tempo limite per accettare la liquidazione offertagli.
Non si può certo negare che quando si toglie qualcosa, gli ingranaggi si muovono velocemente, quando c’è da sborsare, al contrario, si fa con lentezza.
L’intento è stato quello di mostrare come le persone corresponsabili del crollo finanziario siano persone comuni, che nonostante la loro intelligenza e abilità – pagate profumatamente – sono vittime della loro negligenza e superficialità nello stare dietro al proprio lavoro e controllare quello altrui. A pagarne le conseguenze saranno i soliti, chi più chi meno a seconda del grado che ricoprono, più in alto si sale nella piramide, più le perdite saranno minime.
La conoscenza di Wall Street, che dimostra di avere Chandor, è dovuta al padre che vi ha lavorato per 40 anni e “quindi conosco bene la gente che popola questo ambiente e soprattutto le cose e le persone di cui si preoccupano di più” spiega.
Questa conoscenza emerge dal modo in cui sono stati delineati i vari personaggi, si ha l’impressione di trovarsi di fronte a persone reali. Se da un lato si rimane sconcertati dal comportamento di taluni, dall’altro si comprende lo stato d’animo di coloro che, tutto sommato, hanno un’anima e la stanno barattando.
Significativo a tal proposito è ciò che dice Sam Roger al suo capo, nell’epilogo. Inoltre Sam è diverso dagli altri, il legame col suo cane lo rende diverso. Quando lo incontriamo per la prima volta si sta asciugando le lacrime per l’imminente perdita e sarà colui che solleverà le questioni morali della intera faccenda.
È una storia che parla di esseri umani e di errori commessi, non di Wall Street come causa di tutti i mali.
Dopo i primi minuti in cui non si capisce ancora dove si vuol andare a parare e si usano termini ostici, si rimane poco a poco catturati da questa corsa contro il tempo, dove i personaggi sono sempre in primo piano.
In “Margin Call” traspare la sapienza e la passione con cui è stato realizzato, è un film che merita.
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