Max Payne
Titolo originale: Max Payne
USA: 2008. Regia di:John Moore Genere: Thriller Durata: 100'
Interpreti: Mark Wahlberg, Mila Kunis, Beau Bridges, Donal Logue, Chris
O'Donnell, Rico Simonini, Kate Burton, Ludacris, Marianthi Evans
Sito web: www.maxpaynethemovie.com
Nelle sale dal: 28/11/2008
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Piergiorgio Ravasio
"Non credo nel Paradiso; non credo nel dolore. Credo nella paura; credo nella morte".
Questo il biglietto da visita di Max Payne, il poliziotto ribelle e antieroe, determinato a trovare le persone responsabili del brutale omicidio della sua famiglia.
In cerca di vendetta, la sua indagine ossessiva lo porterà in un viaggio da incubo nei bassifondi più oscuri.
Il mistero si infittisce anche perché emergono alcuni omicidi apparentemente collegati alla morte della moglie; e, come se non bastasse, Max è obbligato anche a combattere contro delle forze imponenti, reali e oltre l'immaginazione, che cospirano per mantenere nascosta la sconvolgente verità.
Probabilmente alle nuove generazioni questa breve sinossi richiama subito alla mente uno dei più apprezzati e conosciuti videogiochi (il titolo è il medesimo della pellicola) che ha esordito a livello globale nel 2001 e che ha visto un sequel nel 2003. Ora questa stessa fascia d'età sarà chiamata ad esprimersi sulla trasposizione cinematografica che John Moore ha realizzato per il grande schermo e che qualifica come un action-thriller neo noir che tenta di realizzare un'unione estrema tra reale e irreale.
Coreografie eleganti, natura cinematografica del videogioco, scene oscure ed estreme, sparatorie in slow-motion; ingredienti tutti da graphic novel con influenze da film noir, perfettamente idonei per essere tradotti abbastanza agevolmente anche sul grande schermo. L'esordiente sceneggiatore Beau Thorne coglie la palla al balzo: partendo da tutto questo ci aggiunge un mondo di ombre e illusioni con delle caratteristiche sovrannaturali che non avevano mai fatto parte della serie prima d'ora. Dice di voler rimanere fedele al materiale originale ma nel contempo di volerlo fare funzionare come un semplice thriller.
John Moore, che è il supervisore di tutto questo, è il direttore dei lavori. Particolarmente conosciuto per il caratteristico stile visivo elegante (e talvolta impressionante) dei suoi precedenti film, esordisce alla regia con "Dietro le linee nemiche". Lo ritroviamo qualche anno dopo con "Omen - Il presagio" (remake del classico horror anni '70 "Il presagio", uscito nelle sale, piccola curiosità, proprio il 6/6/06). Una carriera iniziata come operatore televisivo, assistente operatore di vari acclamati registi, direttore di spot pubblicitari. È proprio il suo lavoro, innovativo e ricco di effetti speciali sempre all'avanguardia, a permettergli di ottenere un
ampio riconoscimento in tutto il mondo.
Ma forse è proprio questa specializzazione tecnica che ci lascia un po' perplessi su un altro elemento fondamentale della pellicola: la sceneggiatura.
Vada per la bella fotografia che, sicuramente, con quel suo gioco tutto monocromatico, riesce bene ad inserirci nel mondo meno conosciuto dei bassifondi di una New York oscura e stilizzata, dominata da crimine e droga, distante anni luce dalla Grande Mela che spesso ci viene proposta sullo schermo.
Vada per gli effetti speciali, per i quali il regista non ha certo badato a spese.
Consentiteci anche un applauso per le concitate scene d'azione, le esplosioni e le sparatorie (possibile che il candidato all'Oscar Mark Wahlberg-Payne riesca sempre ad evitarle tutte?)
Ma proprio non possiamo sorvolare a livello di sceneggiatura e condannare l'impianto narrativo di fondo che non introduce nulla di nuovo e che, anzi, si dimostra la solita minestra riscaldata dall'esito scontato e intuibile ben prima che scorrano i titoli di coda.
E a nulla è valso anche il richiamo delle tremende "Valchirie": la potente droga che provoca visioni allucinanti di demoni alati, sicuramente più adatti per il regno di Narnia o per la Terra di Mezzo.
Impastiamo per bene il tutto e alla fine avremo una specie di fumetto, con inutili accenni al soprannaturale, che vorrebbe fare il filo a capolavori come "Matrix" e "Wanted", senza voler tralasciare "Tomb raider" o "Sin city". Ma in questi casi siamo sicuramente su un altro pianeta.
Ci dispiace sinceramente un po' per Mark Wahlberg il quale, dopo "The departed" e "I padroni della notte", probabilmente ci poteva regalare una pellicola di ben altro spessore. Ma d'altronde lo sappiamo: non tutte le ciambelle vengono col buco.
Chi vuole evadere con un normalissimo film di azione posteggi pure la sua macchina fuori dal cinema; chi, invece, si aspetta di rivedere il proprio eroe su grande schermo forse è meglio che rimanga attaccato al pc di casa per una partita con qualche videogioco di nuova generazione.
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