Nessuna verità |
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Scritto da Samuele Pasquino | |
venerdì 27 marzo 2009 | |
Nessuna verità
Roger Ferris (Leonardo DiCaprio) opera in Medio Oriente per conto della CIA. Negli Stati Uniti il suo supervisore Ed Hoffman (Russell Crowe) coordina le azioni e muove guerra contro il capo di un’organizzazione terroristica islamica, autrice di numerosi attentati in Europa. Ferris viene incaricato di scovarlo in Giordania, e qui l’agente si allea con Hani Salaam (Mark Strong), al vertice dei servizi segreti giordani. Azione e intrighi sono le caratteristiche portanti dell’ennesimo action movie del regista Ridley Scott, che questa volta aggiunge anche una miriade di drammatiche sfumature in relazione a dinamiche politiche ed organizzative. In “Nessuna verità” si discute intensamente e amaramente sul terrorismo islamico e sull’attuale situazione in Medio Oriente, lasciando pragmaticamente la parola alle controverse trame che si intrecciano nel gioco sostenuto da CIA e servizi segreti giordani. L’organizzazione statunitense vede in Ed Hoffman il suo esponente principale, uomo cinico, calmo e senza scrupoli, padre di famiglia ed abile stratega. Scott affida questo personaggio bizzarro ma complicato a Russell Crowe, che sostiene la parte in modo come sempre egregio, conservando un aspetto molto simile al protagonista di “Insider” di Michael Mann. Alla logica subdola e attendista di Hoffman si contrappone la tattica mirata di Roger Ferris, che conduce missioni sotto la supervisione del primo ma ne discute i metodi. Scott ne delinea un ritratto preciso, tale per cui egli parla l’arabo, conosce le usanze del territorio in cui opera, è dotato di capacità diplomatiche notevoli e si muove con disinvoltura. Il suo personaggio viene esaltato grazie al contesto nel quale si colloca, il clima di guerra viene intensamente sentito e affrontato attraverso i mercati rionali, le strade affollate e i villaggi nel quale Ferris si distingue in quanto americano in terra ufficialmente ostile. L’agente interpretato con maestria da Leonardo DiCaprio e l’Ed Hoffman di Russell Crowe vanno a costituire due prospettive riguardo il modo di intendere l’azione svolta dalla CIA per catturare un terrorista, e questa contrapposizione di metodi origina discussioni verbali pregne di retorica militare e civile. Tra i due si inserisce un terzo personaggio, Hani Salaam, capo dei servizi segreti giordani, uomo scaltro, carismatico ma molto diffidente, che risulterà decisivo. I temi che acquisiscono maggior risalto ancor più che la lotta al terrorismo e il cinismo dell’Occidente sono l’inganno e la fiducia, elementi messi in scena da Scott con marcato accento polemico. Il cineasta dirige con attenzione un film che trova nella caratterizzazione dei personaggi e nelle sequenze d’azione i suoi punti di forza, indagando nell’attualità e nella tragica situazione legata al fanatismo islamico col pretesto di fornire un sicuro intrattenimento per lo spettatore.
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