Our Town
Titolo originale: Our Town
Corea: 2007. Regia di: Jung Gil-young Thriller Durata: 112'
Interpreti: Oh Man-seok, Ryoo Deok-hwan, Lee Seon-gyoon, Park Myeong-si, Jeong Hye-won
Sito web:
Voto: 7
Recensione di: Nicola Picchi
E’ un’alba come tante, in una città anonima, simile a tutte le altre. Una donna viene ritrovata brutalmente assassinata in un campo da gioco, all’interno di un giardino pubblico, legata nella posizione della crocifissione: è la quarta vittima di un serial killer, che da quattro mesi sta insanguinando la città. Kyung-joo è un giovane scrittore squattrinato, che sfoga sulla carta le proprie fantasie violente, amico sin dall’infanzia di Jae-shin, un tenente di polizia che sta investigando sul caso delle donne assassinate. Ben presto il killer inizierà con Kyung-joo un gioco mortale.
Nessuno è innocente, nel convincente film d’esordio di Jung Gil-young, ed ogni personaggio porta incise nella psiche le ferite del passato, un passato rimosso e pronto a ritornare con violenza inusitata. In “Our Town” conta ben poco l’identità del killer, che ci viene svelata sin dall’inizio, quello che interessa a Jung Gil-young è scavare con precisione chirurgica nella complessa triangolazione costituita dai tre personaggi principali, i cui rapporti ci vengono progressivamente disvelati. La città del titolo è un set vuoto dove si incrociano le differenti psicosi dei personaggi, utile solo a fornire materiale umano per soddisfare le loro pulsioni violente, appunto un campo da gioco, ambientazione che non casualmente apre e chiude il film con agghiacciante simmetria.
La narrazione è secca e feroce, salvo qualche occasionale cedimento nel finale. Ognuno dei tre è colpevole, ognuno ha provocato nell’altro lacerazioni che con il tempo sono diventati squarci oltre ogni possibilità di guarigione e, cosa più importante, ognuno ha creato l’altro così come è diventato.
Inoltre i tre protagonisti sono accomunati dal fatto di essere cresciuti senza padre né madre, ed è proprio sulle motivazioni di questa comunanza che i legami che li uniscono si rivelano più serrati di quello che sembra. Jae-shin, cresciuto in un orfanotrofio, aveva provocato anni addietro in un incidente la morte dei genitori di Kyung-joo, mentre Kyung-joo, dopo la scomparsa della sua famiglia, aveva ucciso e crocifisso la madre di Hyo-yi, reputandola colpevole della rovina economica dei suoi genitori. Kyung-joo cerca di controllare la propria aggressività fantasticando di sanguinosissimi omicidi, come nella scena straniante dell’aggressione alla coppia appartata in macchina, ma alla fine le lascerà libero sfogo, mente Jae-shin si renderà complice della violenza che lo circonda fino a rimanerne vittima.
Tra lo scrittore ed il giovanissimo Hyo-yi c’è un rapporto di maestro ed allievo, nel senso di un’ involontaria educazione al male, ma esiste anche un’affinità più sottile nel reciproco riconoscersi come corpi estranei al consorzio sociale. Hyo-yi, gelido adolescente anaffettivo che ha scelto come nome del suo negozio quello del celebre personaggio di De Saint-Exupéry, vuole solo essere accettato, compreso e riconosciuto, e la sfida lanciata a Kung-joo è anche una disperata richiesta d’amore.
In bilico tra iperrealismo estremo ed allucinatorio (i colori saturi, le vittime crocifisse) e squallore di devastante ordinarietà quotidiana (l’assassinio compiuto da Kyung-joo, il cane decapitato), violenza grafica ed un notevole senso del grottesco, “Our Town” risulta perfettamente credibile anche nei suoi eccessi perché rispetta le regole che ha stabilito all’interno del suo universo, fittizio ma plausibile.
Movimenti di macchina circolari accerchiano i personaggi e li costringono alle corde come in un ring metafisico, mentre tutto si fonde con grande efficacia e con altrettanta fluidità, dai differenti piani temporali alle storie immaginate da Kyung-joo come quella, irresistibile, del funerale. Il film è anche una straordinaria prova d’attore per Oh Man-seok (Soo) che interpreta Kyung-joo, il quale riesce nella difficile impresa di rendere la complessità psicologica del personaggio con piccoli gesti, senza mai strafare, mentre è più prevedibile il pur efficace Ryoo Deok-hwan nel ruolo di Hyo-yi. “Our Town” è uno degli esordi più interessanti dell’anno, all’interno di un panorama cinematografico come quello coreano che continua, nonostante un certo sentore di crisi, a proporre opere comunque originali ed innovative.
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