PELHAM 1-2-3: Ostaggi in metropolitana
Titolo originale: The Taking of Pelham 1 2 3
USA, Regno Unito: 2009 Regia di: Tony Scott Genere: Thriller Durata: 106'
Interpreti: Denzel Washington, John Travolta, John Turturro, James
Gandolfini, Luis Guzmàn, Victor Gojcaj, Gbenga Akinnagbe, Michael
Rispoli, Ramon Rodriguez, Saidah Arrika Ekulona
Sito web: www.catchthetrain.com
Nelle sale dal: 18/09/2009
Voto: 5
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino
L'aggettivo ideale: Incompleto
New York. Il treno della metropolitana Pelham 123 viene assaltato da un commando cui fa capo Ryder (John Travolta). Il criminale prende contatto con lo smistatore Walter Gramber (Denzel Washington), declassato dall’azienda perché sotto indagine. Inizia una tesa negoziazione, Ryder dà al sindaco (James Gandolfini) un’ora di tempo per mettere insieme dieci milioni di dollari, in pericolo c’è la vita degli ostaggi.
Nel 1974 il romanzo di Morton Freedgood vede la sua prima trasposizione cinematografica con il film “Il colpo della metropolitana” di Joseph Sargent. Ora, nel 2009, Tony Scott riprende quella sceneggiatura non originale e le infonde nuovo dinamismo, concentrandosi in prevalenza non tanto sul vagone in cui l’azione prende piede quanto sulla città simbolo degli Stati Uniti, offrendole l’ennesimo palcoscenico attraverso riprese urbane e panoramiche estese che ne valorizzano l’industriosità e la vastità dei suoi sobborghi. In breve, i protagonisti interpretati da un compassato Denzel Washington e da un freddo ma esilarante John Travolta vengono decisamente dopo il backround che li circonda.
La trama si incentra molto semplicemente su una negoziazione di ostaggi che prevede due contendenti le cui armi principali risultano le parole e le debolezze i loro passati: Gramber è indagato per una presunta tangente, della quale forse non è colpevole, mentre Ryder fugge dallo spettro di una prigione vissuta e odiata.
Due ritratti umani vengono messi a confronto e mostrati al giudizio di uno spettatore che di norma esprime sempre o quasi una personale preferenza a favore dell’uno o dell’altro. Tra la tenzone verbale dei contendenti si insinuano personaggi terzi che compaiono ma non sono mai decisivi: John Turturro è impalpabile e James Gandolfini, indubbiamente sempre bravo, veste i panni di un sindaco apatico che assiste passivamente alla vicenda.
La responsabilità cade totalmente su Gamber, che può determinare attraverso la sua eloquenza le sorti degli ostaggi.
Tony Scott prende saldamente in mano le redini della regia e coraggiosamente ripropone un motivo già ampiamente trattato dal cinema americano, non riuscendo però a personalizzarlo, se non tramite virtuosismi tipici del suo stile direttivo, apprezzabili ma troppo marcati per questo genere.
Sia inteso, non si cerchino riferimenti all’attentato terroristico dell’11 settembre 2001: non esiste la volontà da parte di Scott di riacutizzare una ferita nazionale, e non si pensi che l’atto compiuto da Ryder sia fine al terrorismo stesso.
Ciò che viene messa in scena è una palese negoziazione, nella quale ogni elemento coincide con la forma usuale del riscatto proposto in moltissimi celeberrimi film.
E’ una formula che funziona in ogni contesto, ma questo non basta a promuovere il film di Scott, che propone esclusivamente una sinossi visiva e contenutistica senza pretese, ma esaltata da un cast di primo livello.
La spettacolarità c’è, mancano però i colpi di scena e il finale si mostra decisamente imbarazzante.
Inoltre il tempo filmico viene gestito in maniera pessima poiché non riesce mai a coincidere con la durata reale delle sequenze. Il dato espresso risultà perciò sintomatico, il cineasta appare quindi sottotono, così come “Pelham 123”, che avrebbe meritato una struttura maggiormente studiata.
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