Prospettive di un delitto
Titolo originale: Vantage Point
USA: 2008. Regia di: Pete Travis Genere: Thriller Durata: 90'
Interpreti: Dennis Quaid, Matthew Fox, Forest Whitaker, Sigourney
Weaver, William Hurt, Saïd Taghmaoui, Ayelet Zorer, Edgar Ramirez,
Eduardo Noriega
Sito web: www.vantagepoint-movie.com
Nelle sale dal: 29/02/2008
Voto: 6
Recensione di: Dario Carta
Le immagini iniziali del film,ci calano nel caos organizzativo nella città di Salamanca,Spagna,pronta a ricevere la visita del Presidente degli Stati Uniti,per un importante summit internazionale sulla guerra al terrorismo.
L'evento è importante,i preparativi fervono e ogni aspetto di una realtà quotidiana,politica,mediatica,ordinativa,viene evidenziato nell'eccitazione dei primi minuti dell'incipit.
In un rapidissimo istante,viene presentata la figura di Thomas Barnes (Dennis Quaid),agente dei servizi segreti, in carico di proteggere il Presidente (William Hurt).
Una manciata di secondi sono sufficienti per tracciare il passato di Barnes nelle sue linee essenziali.
Pochi mesi prima aveva salvato il Presidente in un attentato,proteggendolo col proprio corpo,ed ora,passato poco tempo,si ripresenta sulla scena della sicurezza,suscitando stupore nelle fila del servizio informativo presente all'evento (Sigourney Weaver).
Ma quando il Capo di Stato viene fatto segno di un colpo di fucile e pochi secondi dopo una deflagrazione devasta la scena cittadina,il caos ed il terrore si riversano nelle strade e negli animi.
E' qui che la pellicola presenta le sue credenziali.
Con un arresto istantaneo della vicenda ed un rapido rewind,ci si rende subito conto che l'attenzione dello spettatore viene indirizzata su altre vie.
Il resettaggio del cronometro,al tempo iniziale,fa comprendere come l'evento raccontato viene ora ripresentato sotto un altro aspetto,eleggendo come soggetto protagonista Barnes,nei suoi preparativi che preludono l'entrata in scena dell'uomo politico.
Vengono alla luce le insicurezze e le angoscie recesse del capo della sicurezza,che rivive con paura la sua tragedia di pochi mesi prima.
Il Presidente rifà il suo ingresso tra la folla,ma questa volta la prospettiva è quella della sua guardia,ossessionata ed attenta.
Quando il Presidente cade sotto i colpi,l'inferno precipita sulla piazza e nelle strade.
Ma un valore aggiunto è inserito in questa seconda versione:un personaggio,un particolare,un accadimento che arricchisce il racconto,rispetto al precedente,lasciando Barnes devastato nel suo senso del dovere.
E,come in precedenza,i fatti si arrestano,la clessidra si rovescia in un riavvolgersi del racconto,imponendoci ancora una volta di rivisitare la narrazione,secondo una terza prospettiva.
Capiamo i connotati di questa pellicola,che ci chiede di assistere ad una tragedia dal punto di vista di una giornalista,prima,di un membro dei servizi segreti,in seguito, e poi via via,prendendo in prestito l'ottica dei vari personaggi che incarnano la struttura portante della trama.
Sono storie differenti che raccontano la stessa storia,dilatandosi,però,l'una rispetto all'altra ed offrendo particolari ed avvenimenti aggiuntivi che inducono chi assiste ad impegnarsi a pensare.
Ogni flashback ripropone personaggi e fatti,aggiungendo gli indizi che compongono il filo dell'intreccio,con le valenze offerte dal protagonista di turno.
Ogni segmento della trama viene riproposto negli stessi termini di ore,minuti e secondi.
Si stira e si dilata in seguito,nei misteri e nelle rivelazioni dei personaggi che raccontano,svelando un fascino di carattere soggettivistico,che è anche coinvolgente.
Non è utile cercare il sincronismo delle azioni,espresse in termini di tempo,nel tessuto narrativo delle diverse vicende.Non è questo lo sforzo richiesto allo spettatore,che assiste ad un film thriller con un valore adrenalinico che diminuisce con il procedere del racconto.
Il picco d'interesse dei primi 30 minuti,si abbassa asintotico e il gruppo eterogeneo dei pur bravi attori,(uno fra tutti l'ottimo Forest Whitaker),gira a vuoto senza inserire la marcia.
Il film richiama uno stampo televisivo,particolarmente rivolto ai caratteri di "24",(K. Sutherland),raccontato e reiterato in un loop di situazioni e tasselli a vortice.
Più sorprendente,invece,è l'affermazione rilasciata da Dennis Quaid,in un'intervista dello scorso febbraio 08,ove descrive il film come ispirato al ben diversamente quotato "Rashomon",di Akira Kurosawa (1950),con Toshiro Mifune.
"Rashomon" narra di un atto di violenza perpetuata nei confronti di una donna e dell'assassinio del marito.
Il fatto viene raccontato dai testimoni,secondo versioni contrastanti fra loro,lasciando allo spettatore la possibilità di determinare quale di queste corrisponda alla verità.
Anche qui,la storia si dispiega in flashback successivi ed inviluppati gli uni negli altri.
Antesignano di questo genere di films,Rashomon è una grande opera e l'azzardo del confronto fra le due pellicole appare eccessivo ed il confronto non si pone.
"Prospettive di un delitto"scorre contorto quanto basta per un bel telefilm,ma il teso downbeat iniziale si affievolisce in un ritmo ripetitivo e convulso,fino ad un inverosimile,auspicabile e benvenuto finale.
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