Protégé
Titolo originale: Mon To
Hong Kong: 2007. Regia di: Thung-Shin Yee Genere: Thriller Durata: 103'
Interpreti: Andy Lau, Daniel Wu, Louis Koo, Anita Yuen, Jingchu Zhang
Sito web:
Voto: 8
Recensione di: Anna Maria Pelella
Nick è un agente della narcotici che lavora sotto copertura da molti anni.
Il suo capo, Quin sta meditando il ritiro dagli affari e lui sembra il candidato adatto al passaggio di consegne. Intanto Jane, una tossicodipendente con una bambina piccola che vive nel suo stesso condominio, entra violentemente nella sua vita.
La situazione si farà più difficile quando Nick conoscerà da vicino i risultati del suo lavoro sul campo e nel contempo dovrà scegliere fra il suo compito e il legame che si è instaurato con Quin in tutti gli anni in cui è stato il suo addetto alle consegne.
Thung-Shin Yee è stato il regista di quel One Nite in Mongkok che si fece notare qualche anno fa come un buon esempio di regia action, ed ha anche partecipato alla stesura del plot di Inner Senses, delicata storia di fantasmi con la regia di Chi-Leung Law. Con questo nuovo lavoro ci porta nell’universo dei poliziotti sotto copertura, reso famoso dalla trilogia Infernal Affairs di Wai Keung Lau, a sua volta riscoperta dopo il remake di Scorsese. Si tratta di un film onesto, assai ben girato e con un cast molto nella parte. Tutta la narrazione procede con ritmo misurato, Nick interpretato da Daniel Wu ha la giusta combinazione di severità poliziesca e dolorosa compassione per i mali della società, mentre risulta molto difficile odiare Quin, uno strepitoso Andy Lau che regala al suo personaggio un miscuglio assai credibile di ingenuità e durezza.
Il plot è lineare nella sua complessità e si lascia guardare con molto interesse, mentre la parte che riguarda il destino di Jane è quella più dura da digerire, scevra com’è da patinature hollywoodiane. Tutti i personaggi appaiono ben delineati, credibilissimi nella loro triste umanità e difficili da dimenticare, come il terribile marito di Jane, la cui fine, per quanto attivamente egli l’abbia cercata, non regala nessun senso di soddisfazione o appagamento.
La fotografia è pulita, lontana dai sensazionalismi che un film del genere avrebbe ispirato a Hollywood, e le luci chiare come la sorte dei personaggi dei quali vediamo tristemente compiere il destino, risultano impietose e realistiche.
Consigliatissimo agli amanti del thriller d’ambientazione poliziesca senza compromessi.
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