Titolo: Quel maledetto ispettore Novak
Titolo originale: The File of the Golden Goose
Gran Bretagna: 1969. Regia di: Sam Wanamaker Genere: Thriller Durata: 105'
Interpreti: Edward Woodward, Charles Gray, Yul Brynner, John Barrie
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 1970
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Convenzionale
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“Quel maledetto ispettore Novak” è un film poliziesco del 1969, oggi distribuito in Dvd Flamingo Video dalla Teodora Film e Cecchi Gori Home Video.
È il remake del film “T-Men contro i fuorilegge” (T-Men, 1947), diretto da Anthony Mann, che ha ottenuto un considerevole risultato al botteghino.
Questo rifacimento, voluto dal produttore David E. Rose, vede dietro la macchina da presa Sam Wanamaker e protagonista assoluto Yul Brynner.
L’ispettore Novak è sposato col proprio lavoro e tiene a distanza l’amore.
Una banda di falsari internazionali semina denaro falso con destrezza per mezza Europa fino ad arrivare negli Stati Uniti. Novak decide di infiltrarsi nell’organizzazione per arrivare al capo e risolvere il caso. Sarà affiancato dal collega inglese Arthur Thompson, ma l’impresa risulterà più difficile di quanto entrambi si aspettassero.
Il regista mette in piedi un meccanismo ben oleato, ma convenzionale.
Ancorato al periodo in cui è stato girato per le musiche – tipiche dei polizieschi di quegli anni – per la regia e la recitazione, il film mantiene l’attenzione guadagnata all’inizio e un ritmo costante fino alla fine, senza che ci siano però grandi sobbalzi emozionali o di suspense.
La ricerca del capo della banda crea una certa attesa. Ogni volta lo spettatore si trova al fianco del protagonista nello smascherare il fantoccio di turno ed è questo che stuzzica l’ingegno.
In effetti nell’epilogo non ne viene mostrato neanche il volto, perché è uno dei tanti cattivi e come lui ce ne sono mille.
Il vero antagonista di Novak sembra essere Novak stesso.
È stato ambientato e girato in Inghilterra, scelta dovuta alla residenza del regista fin dal 1952.
Durante le riprese del film “Mr. Denning Drives North” nel Regno Unito, Wanamaker apprende di essere nella lista nera di McCarthy, così decide di non ritornare negli Stati Uniti e si trasferisce definitivamente in Inghilterra, dove prosegue la sua carriera di attore, produttore e regista.
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Wanamaker utilizza zoomate evidenti che incorniciano in maniera implacabile i corpi in movimento e i volti dei personaggi, da postazioni distanziate rispetto alla scena in corso. Diverse sono destinate al primo piano dell’ispettore Novak, sul volto del quale si chiude il film.
Col primo piano lo sguardo intenso di Yul Brynner traspare nella sua interezza, sprigionando un naturale carisma, di cui l’attore ha beneficiato durante tutta la sua carriera.
In alcune situazioni, tuttavia, l’attore sembra un po’ ingessato nel personaggio di Novak: un uomo duro, freddo e scostante, che preferisce lavorare da solo, non fidandosi di nessuno.
Biasimato dal collega, non esterna nessuna emozione, sempre calmo e controllato.
Rientra nella cerchia degli eroi tutti d’un pezzo, che devono mettere da parte emozioni e sentimenti e l’amore per una donna per portare a compimento nel modo migliore il loro ‘lavoro’. In questo caso il regista sembra dare ragione allo stile di vita di Novak come quello più giusto, tanto che il suo collega sposato si tradirà per non essere conforme a questa regola.
In “Quel maledetto ispettore Novak” ci sono diverse cose da scoprire se non si rimane sulla superficie.
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