State of Play
Titolo originale: State of Play
USA: 2009 Regia di: Kevin Macdonald Genere: Thriller Durata: 125'
Interpreti: Russell Crowe, Rachel McAdams, Ben Affleck, Katy Mixon,
Jason Bateman, Robin Wright Penn, Jeff Daniels, Helen Mirren, Viola
Davis, Maria Thayer
Sito web: www.stateofplaymovie.net
Nelle sale dal: 30/04/2009
Voto: 6,5
Trailer
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Recensione di: Dario Carta
Politica e giornalismo si confrontano in questo thriller ambientato nei corridoi del potere di Washington e che vede Cal McAffrey (Russell Crowe),ostinato e veterano reporter alle prese con un caso che coinvolge molti nomi illustri del panorama politico americano.
Amico di Stephen Collins (Ben Affleck),ambizioso deputato in primo piano tra i rappresentanti del Congresso Nazonale,McAffrey,con la sua giovane collega,dovrà affrontare il caso dell'omicidio dell'assistente di Collins,il quale non resterà estraneo ai fatti e scoprirà intrighi e scandali che coinvolgono i nomi delle più importanti personalità politiche del Paese.
Il film prende vita da un adattamento ad una serie televisiva di 6 ore,trasmessa dalla BBC nel 2003. La collaborazione fra l'ideatore della storia originale inglese,Paul Abbott e il produttore Andrew Hauptman ha portato alla realizzazione dello script della pellicola,spostando l'azione nel cuore del potere politico americano,centro e fulcro del Governo,Washington DC,riuscendo a plasmare il complesso materiale originale in una pellicola che condensasse la storia in sole due ore senza che la trasposizione alterasse la qualità della serie originale. Nella versione del grande schermo lo spettatore ha la possibilità di penetrare il tagliente ambiente che caratterizza una redazione televisiva e di vivere le realtà che conducono alla creazione di una testata giornalistica,partendo dalle fonti,dalle notizie,le relative verifiche sulla attendibilità e tutto ciò che implica l'informazione.
Prendendo spunto da una storia che descrive la dinamica che si sviluppa attorno al sofisticato equilibrio che regola le realtà politiche e mediatiche,implicazioni spionistiche e conflitti umani,il regista del film,Kevin McDonald riesce a condensare le sei ore televisive nelle due del film,modificando la vicenda e dandole il respiro del cinema.
"State of Play" racconta di come Cal McAffrey possa essere l'ultimo dei reporter di stampo tradizionale,ossessivo nella sua ricerca di quello che considera la verità,il giornalista determinato che sopravvive ad una condizione che vede il mondo dell'informazione cambiare ed avviarsi alla sua fine,nei termini che Cal conosce e nel quale è cresciuto.
Il confronto con la sua collega Della Frye consente di assistere alla competizione di una scuola di stampo tradizionale con la nuova corrente di cui il giornalismo,nei suoi termini generalizzati,trae vita,l'approccio all'informazione immediata,in tempo reale,l'identificazione della natura del blogger come fonte primaria ed,oggi come oggi,insostituibile.
Ma nonostante l'appartenenza dei due colleghi a mondi di diversa impostazione professionale,il loro interesse è accomunato dal desiderio di scrivere buone storie.
Della ha familiarità con il mondo informatico e sfrutta la possibilità che la tecnologia le mette a disposizione.
Cal entra in trincea ed,alla vecchia maniera si considera uno che usa le mani per affrontare l'indagine.
Ma al di sopra di questi aspetti,si vede la collaborazione tra un uomo maturo ed una giovane donna che lavorano nel solido equilibrio che si crea fra mentore ed allievo.
McAffrey è un coraggioso professionista,burbero ed astuto,solidamente aggrappato al suo mestiere nell'aspetto più conforme alla tradizione di cui,però,ha sentore stia ssistendo al declino ed alla trasformazione.
Vecchi lupo di mare,navigato e disilluso,McAffrey incarna il personaggio che respira la realtà contradditoria che la stampa riassume nella osservanza della nozione di obiettività.
Una relazione fra i concetti di ambiguità ed imparzialità che implica il coinvolgimento personale del giornalista con il caso in esame.
L'obiettività del giornale di fronte agli argomenti trattati viene messo in discussione e tradotta in un'antitesi che coinvolge il lato umano del reporter stesso,su cui il film pone l'accento.
La devozione al concetto di diritto all'informazione conduce il giornalista ad un coinvolgimento emotivo e una dedizione totale che non riesce a lasciare indifferente l'indole e la passione dell'autore,che resta implicato,per definizione, in ciò che scrive,con tutte le conseguenze che questo possa comportare.
Quindi McAffrey non è libero al cento per cento da intimi moti emozionali,perchè è coinvolto nell'indagine su un suo amico e questo non può significare elevarsi al di sopra dei fatti e limitarsi alla descrizione o ricerca in senso asettico degli eventi.
Cal è un uomo e come tale insegue le sue emozioni,ne è trascinato o comunque ci convive e,bene o male,attinge da esse per eseguire con coscienza il proprio lavoro.
Senza traccia di eroismo da salvaguardare,Cal sente di portare avanti l'indagine con sentimento ed emozione e questo comporta una sorta di alterazione dell'oggettività.
In aggiunta,Cal è legato da una annosa amicizia a Stephen Collins e da una relazione con sua moglie.
Lo smarrimento che deriva dal senso di colpa che Cal nutre per questa ambigua situazione lo porta a spostare la prospettiva dalla parte degli amici e a voler tentare il possibile per dimostrare l'innocenza di Stephen,anche se il suo istinto professionale lo trascina violentemente verso il cinismo che la sua stessa attività gli ha impresso nel carattere.
La sua amicizia con Collins è basata sulla complessità della natura morale dei due uomini.
Collins è un deputato in forte ascesa al potere,potenziale candidato alla Presidenza,ambizioso e ricco di talento politico,con un futuro invidiabile e impegnato sul fronte delle indagini sui vizi del Dipartimento della Difesa.
La sua condizione professionale non salva la sua vita privata,lacerata da un matrimonio fallito e dalla relazione clandestina con una donna che viene assassinata.
Abile manovratore,Collins appartiene ad un mondo che usa le persone ed i loro favori per il proprio tornaconto,in un altalenarsi di concessioni e restituzioni di appoggi beneficiari.
Parimenti,il mondo della stampa,cui Cal appartiene,è preda della smania della competitività e l'ansia per l'esclusiva conduce alla folle ricerca di fonti cui attingere,anche qui,per l'interesse di tutte le parti in gioco.
"State of Play" è un progetto che porta in sè un certo fascino.
Solo apparentemente thriller politico,nella sua realtà racconta il mondo di una professione che si sta trasfigurando.
La storia di due reporter di diversa età e differente impostazione è immagine di una realtà ove è forte la contrapposizione fra il vecchio e il nuovo,per quanto le due figure si armonizzino a dare una raffigurazione della completezza dell'informazione.
In questo scenario è calata una vicenda noir che scivola nel sordido del tradimento,nella frustrazione del fallimento,si dibatte nell'ansia dell'ambizione,precipita nell'omicidio e racconta,nella sua essenzialità,delle storie di uomini.
Con un un evidente e dichiarato (dal regista) ossequio a "Tutti gli uomini del Presidente" di Alan Pakula,"State of Play" è molto attento alla descrizione della metamorfosi di una realtà lavorativa.
Insieme alla trasformazione del giornalismo di tipo tradizionale McDonald vuole mostrare quanto rilevante sia la riduzione della tiratura dei giornali americani stampati su carta,un fenomeno di recessione produttiva che si riscontra in ogni angolo del Pianeta,dove l'informazione su foglio sta cedendo il passo all'accesso on-line alla notizia,segnale di una tecnologia che,anche nel campo mediatico,sta stravolgendo una realtà tradizionale che, forse più di altre,soffre di questa trasmutazione.
Le realtà editoriali riassumono un significativo aspetto del contesto evolutivo sociale.
Ogni scritto,che sia su libro o su foglio di qualsiasi formato ricapitola in sè il valore di decine e decine di generazioni che hanno affidato la propria identità culturale,politica ed esistenziale su un supporto con la funzione di essere sfogliato,esaminato e consultato.
Si assiste ad un ineluttabile declino di quanto ha sempre rappresentato il riscontro dello sviluppo culturale di una società che ha sempre consegnato il proprio sapere e la propria formazione unitaria a fogli che riportano leggi,notizie,cronache,racconti o qualsiasi espressione della conoscenza e della ricerca umana.
"Lo strillone",la figura del venditore del giornale sulle strade,che grida la notizia primaria ed irrinunciabile,è un'immagine di un'era che si è già spenta,ma che sembra continuare a perdere il proprio contorno anche nelle realtà che sembravano essere le più solide.
La trasformazione del mondo editoriale lascerà posto a qualcosa d'altro,meno tattile e tangibile,forse adimensionalizzato,ma sarà comunque simbolo del cambiamento dei tempi,dell'evolversi delle aspirazioni umane,e toccherà ogni aspetto dell'attività dell'uomo,unico ed imprescindibile motore per produrre quell'energia che porterà sempre con sè il confronto di un McAffrey con una Della,come simbolo di un passaggio di epoche che avranno sempre l'Uomo come unico protagonista della storia ed artefice del proprio lavoro comunque questo si possa evolvere.
Simbolico.
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