The Horsemen
Titolo
originale: The Horsemen
USA: 2008. Regia di: Jonas Åkerlund Genere: Thriller
Durata: 110'
Interpreti: Dennis Quaid, Zhang Ziyi, Peter Stormare, Patrick
Fugit, Neal McDonough, Eric Balfour, Clifton Collins Jr., Liam James, Deborah
Odell, Aaron Hughes
Sito web: www.teamworld.it/thehorsemen
Nelle sale dal:
06/02/2009
Voto: 6
Trailer
Recensione di: Samuele Pasquino
Il detective Aidan Breslin (Dennis Quaid) indaga su alcuni orrendi delitti, compiuti da quattro individui elettosi cavalieri dell'Apocalisse. Il suo lavoro lo coinvolge al punto da trascurare i suoi due figli, rimasti orfani di madre da pochi anni.
Dopo essersi dedicato ad alcuni celebri videoclip musicali, il regista Jonas Akerlund dirige un thriller che equivale al suo secondo lungometraggio dopo "Spun". I risultati riflettono in parte la sua inesperienza cinematografica, tuttavia "The horsemen" si dimostra carico del giusto pathos e poggia su una trama non troppo elaborata, tale da concentrare l'attenzione sulla cosiddetta scena del crimine e sul modus operandi, due elementi fondamentali ed estremamente interessanti, che si configurano come qualità intrinseche ma non sempre scontate di un genere forte per antonomasia.
L'indagine è molto spesso un sofferto percorso che attraversa distorsioni psicologiche e depravazioni derivanti da una mente labile e traumatizzata, il tipico status perverso del serial killer. Ogni thriller, sebbene aderente ad un clichè preconfezionato, fa storia a sè, tracciando un ritratto dell'assassino e contemporaneamente quello delle vittime.
Nel caso del film di Akerlund abbiamo ben quattro potenziali esecutori folli, che si elevano a figure bibliche quali i cavalieri dell'Apocalisse. Il ricorso ai testi sacri e i numerosi richiami alla mitologia sono praticamente divenuti costituenti di un motivo che catalizza la tensione e acquisce l'esaltazione emotiva dello spettatore.
La storia del cinema ci offre vari esempi di tale asserzione, uno su tutti "Seven", i cui sette peccati capitali puniti dal serial killer erano tratti direttamente dalla Divina Commedia di Dante Alighieri. Potrebbe apparire un po' irreale l'incredibile intuito che ogni detective possiede in modo tale da poter risolvere il caso in breve tempo, disponendo gli indizi e creando un disegno che si svela con una certa facilità.
Questo utilizzo relativo dell'intuizione, bisogna ammetterlo, si impone come necessario, e pertanto non costituisce un difetto di forma. Akerlund dirige con accademico rigore, che comporta descrizioni ricche di dettagli ma talvolta prive della doverosa concretezza, soffermandosi sui luoghi in cui il crimine è stato consumato con lieve prolissità.
La scelta di mostrare proprio tutto riguardo ai delitti esalta il bisogno di sapere come i fatti si sono effettivamente svolti, la vera finalità comunque resta quella di sconvolgere visivamente fornendo scene d'impatto e arricchendole con uno sfondo psicologico assai inquietante quanto tendente alla cruenta pulsione omicida. Per molti altri aspetti il film si rivela piuttosto prevedibile ma non si esclude, con ciò, il colpo di scena.
Dennis Quaid recita con una discreta espressività, non esaltante tuttavia funzionale.
La storia regge fino alla fine e, nonostante qualche incongruenza nella sceneggiatura, questo thriller si dimostra tutto sommato all'altezza delle aspettative.
|