Titolo: A Single Shot
Titolo originale: A Single Shot
Regno Unito: 2013. Regia di: David M. Rosenthal Genere: Thriller Durata: 105'
Interpreti: Sam Rockwell, William H. Macy, Melissa Leo, Jeffrey Wright, Jason Isaacs, Kelly Reilly, Joe Anderson, Ophelia Lovibond, Ted Levine, Amy Sloan, W. Earl Brown, Heather Lind, Christie Burke, Jenica Bergere, Lana Giacose, David Flannery
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Nelle sale dal: Inedito
Voto: 6,5
Trailer
Recensione di: Dario Carta
L'aggettivo ideale: Sinergico
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C'è sicuramente qualcosa di suggestivo nel neo-noir del regista David Rosenthal "A Single Shot" e oggigiorno,una volta schivata la fatalità della scontatezza,il cinema può vantare la virtù dell'onestà.
E questo è uno di quei casi.
Permeato del fascino uggioso degli spazi boschivi d'America,questa fotografia della Provincia,scattata dalle pagine dello script di Matthew F. Jones,tratto dal proprio omonimo romanzo,ha il carisma di un thriller che reclama i toni di un dramma narrato con stile e forma,ambientato nelle pallide atmosfere delle aree extraurbane degli USA.
Durante una caccia al cervo,John Moon (Sam Rockwell) spara inavvertitamente ad una ragazza nascosta dal fogliame degli alberi.
John non ha ancora aperto bocca,nelle scene che compongono l'incipit del film,ma a parlare sono i tratti della figura di un uomo segnato dalle difficoltà economiche e macinato dalla fatica di rimettere insieme i pezzi di una famiglia disintegrata.
Nei silenziosi minuti del prologo,John,nel panico,cerca di nascondere il corpo,ma si imbatte nell'accampamento della ragazza,dove trova un baule pieno di denaro,che l'uomo decide di prendere,per trovarsi subito dopo oggetto di minacce e bersaglio di gente molto pericolosa.
Rosenthal,un po' come l'avvio del "Prisoners" di Denis Villeneuve,dà inizio al racconto inserendolo nello scenario brumoso di boschi immersi in silenzi e avvolti dalle tinte morbide e umide di terre grigie e bluastre fecondate dalla natura,acque ,alberi e rugiade pennellate dalla lirica solitudine di una provincia muta e quasi incorporea.
L'introduzione è lunga e senza una parola,e il lavoro del regista e di Rockwell concretizza sinergia professionale e virtù empatiche in un linguaggio di cinema che scorre subito nelle viscere lasciando la firma negli occhi.
Così l'incerta luce dell'alba,i colori tenui e desaturati e l'ambiente che accoglie le inquadrature iniziali del film lasciano il posto,senza rumori e squilibri,al disegno dell'uomo di Rockwell che,nel rispetto di un cinema sincero,tratteggia senza parlare un personaggio segnato da solitudine ed emarginazione.
Emarginazione che non sembra solo umana e sociale - cfr. la scena di John che,entrando in casa della moglie (Kelly Reilly) scopre la baby-sitter seminuda in compagnia di un uomo tatuato (Joe Anderson),mentre in TV scorrono le immagini di un film porno e nella stanza vicina gioca un bimbo - ma anche geografica e ambientale,nella fotografia di una realtà rurale afflitta e chiusa in sè stessa.
Rockwell,attore poliedrico,incarna John facendone un personaggio intenso e umano in una performance che andrebbe ricordata tra le migliori della sua carriera.
Rosenthal imposta un ritmo silenziato e lento,mai macchinoso e affettato ma al contrario,sciolto dalle briglie del manierismo,il regista ficca la cinepresa nella carne povera d'America e ne sonda l'anima con un decoupage progressivo e bilanciato il cui risultato,al termine di un metodico crescendo,si dimostra persino maggiore della somma delle sue parti e la narrazione conferma compattezza e credibilità.
Allora "A Single Shot" è forma di un cinema schietto e onesto,che sa parlare poco ma sa esprimere il linguaggio autentico dello spettacolo di identità.
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