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Titolo: Il Ponte delle Spie
Titolo originale: Bridge of Spies
USA 2015 Regia di: Steven Spielberg Genere: Thriller Durata: 101'
Interpreti: Tom Hanks, Billy Magnussen, Alan Alda, Austin Stowell, Amy
Ryan, Mark Rylance, Domenick Lombardozzi, Eve Hewson, Sebastian Koch,
Michael Gaston, Peter McRobbie, Stephen Kunken
Sito web ufficiale: www.bridgeofspies.com
Sito web italiano: www.20thfox.it/il-ponte-delle-spie
Nelle sale dal: 16/12/2015
Voto: 6,5
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Nella norma
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New York, 1957. Il pittore Rudolf Abel è accusato, a ragione, di essere una spia sovietica sul territitorio americano. Per garnatire un processo equo il governo statunitense garantisce ad Abel la difesa dell’avvocato assicurativo James Donovan.
Al tempo stesso sui cieli sovietici viene abbattuto un velivolo spia americano e Donovan viene immediatamente ingaggiato dalla CIA per negoziare il rilascio del pilota.
Il prezzo da pagare per il rilascio del prigionero sarà però la libertà di Rudolf Abel.
Quando un uomo normale, retto e di legge, come l’avvocato James Donovan incontra un caso che non lo convince si comporta come spesso capita nei film di Spielberg come qualcuno che si trovi di fronte a un problema più grande e ampio di lui, sempre retto, sempre raziocinante e freddo.
L’abbiamo visto sia in Duel sia in Schindler’s List, l’uomo comune, il normale libero professionista con il viso rassicurante di Tom Hanks, sempre lui, che si trova di fronte un problema teoricamente insormontabile come difendere una spia russa, difficile per non dire impossibile, schierarsi dalla parte del teorico nemico, nel clima di ‘guerra fredda’ che avvolgeva gli States della metà dei ‘50ies.
Hanks Donovan invece non fa una piega, difende e previene una crisi che avrebbe potuto spazzare via anni di liberismo made in USA e anzi avrebbe potuto dare il via a una serie di rappresaglie fra i due blocchi contrapposti.
Spielberg confeziona un blockbuster maggiormente nell’ombra, affidando a Hanks, suo attore feticcio, il ruolo di protagonista. Quest’ultimo espleta il compito senza aggiungere molto di suo a un avvocato che suo malgrado è preso fra due fuochi: da un lato l’opinione pubblica anti-comunista e dall’altra il non facile desiderio di liberare il pilota americano nel più breve tepo possibile. Sceneggiano fra gli altri i fratelli Coen. Alle ‘tastiere’, pardon alla musica, Thomas Newman al posto di un John Williams che esce di scena all’ultimo per ragioni di salute. Il risultato finale è una spy story senza grandi personali sussulti.
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