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Titolo: La ragazza nella nebbia
Titolo originale: La ragazza nella nebbia
Italia, Francia, Germania 2017 Regia di: Donato Carrisi Genere: Thriller Durata: 135'
Interpreti: Toni Servillo, Alessio Boni, Jean Reno, Lorenzo Richelmy, Galatea Ranzi, Antonio Gerardi, Michela Cescon
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: 26/10/2017
Voto: 6,5
Recensione di: Ciro Andreotti
L'aggettivo ideale: Teso....
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Ad Avenchot, un piccolo paese sulle Alpi, scompare la sedicenne Anne Lou, figlia di una famiglia del luogo e vicina all’attività della confraternita religiosa del paese. Alla ricerca della giovane arriva l’ispettore Vogel, preceduto dalla sua fama di uomo che appare in TV e che non nega mai un’intervista alla carta stampata.
Immediatamente il caso di Anne Lou diventa preda dei Media e Vogel inizia a nutrire dei forti sospetti nei confronti di un professore di liceo.
Il viso sicuro e la compassatezza di Toni Servillo nei panni di un uomo di legge prestato al mondo dello spettacolo, o viceversa, e il volto invece stranito di Alessio Boni nel ruolo di un professore di letteratura che da poco è arrivato in una piccola comunità alpina arroccata entro i propri confini e anche nelle proprie convinzioni, sono due degli ingredienti che riescono a mantenere vivissima l’attenzione per un’opera prima della quale Servillo si definisce particolarmente orgoglioso per aver partecipato ancora una volta all’esordio di un regista promettente, seppure in questo caso preceduto da una fama internazionale come Carrisi, non pago di essere autore di una serie di thriller tradotti in ogni lingua e ai quali desidera aggiungervi anche la sua opera prima dietro la macchina da presa.
L’autore, originario di Martina Franca, confeziona una pellicola che riesce a mutare il linguaggio scritto in linguaggio cinematografico e aggiunge al caso del possibile mostro gettato in pasto ai media – impossibile non notare le forti similitudini fra il più volte citato caso del Mutilatore, con l’errore giudiziario che coinvolse Elvo Zornitta, accusato di essere il pericoloso Unabomber - anche una serie di colpi di scena di rara efficacia.
Sono però proprio i colpi di scena impiegati in maniera eccessiva che generano la deriva nella quale cade la seconda metà del film da parte di un autore che sino a quel momento era riuscito a restituire, grazie anche a un’eccellente fotografia e alle interpretazioni di tutti i protagonisti, con in testa Servillo e Boni, una prova con la ‘P’ maiuscola.
L’evidente desiderio di strafare rovina quindi un bel thriller che si fa vedere per almeno tre quarti, ma che purtroppo sbava sulle ultime curve. Piacerà molto a chi ama i thriller in stile 60ies ove capire se i sospetti si sono concentrati sul vero colpevole.
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