Titolo: Overheard
Titolo originale: Qie ting feng yun
Hong Kong, Singapore, Cina: 2009. Regia di: Felix Chong, Alan Mak Genere: Thriller Durata: 100'
Interpreti: Daniel Wu, Louis Koo, Lau Ching-wan Titolo originale Qie ting feng yun
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Nelle sale dal: Inedito
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Trepidante
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Il thriller hongkonghese “Overheard” (Sit yan fung wan, 2009), scritto e diretto dall’affiatato duo Alan Mak e Felix Chong, è oggi disponibile in Blu-ray e Dvd sul mercato italiano nella collana Far East Film, distribuita dalla Tucker Film e CG Home Video.
Alan Mak incontra Felix Chong nel 2001, nelle vesti di sceneggiatore del suo quarto film “Bit Luen”. Il primo film che li vede scrivere e dirigere insieme è “Moonlight in Tokyo” nel 2005, dopo aver elaborato la famosa trilogia di Infernal Affairs, nel quale Alan Mak affianca Andrew Lau alla regia.
Louis Koo, Daniel Wu e Lau Ching-wan interpretano tre poliziotti incaricati di sorvegliare una società, che si sospetta essere coinvolta in frodi finanziarie.
Durante il loro turno notturno Gene e Max ascoltano delle indiscrezioni sull’aumento di valore di azioni societarie per il giorno seguente. Entrambi hanno gravi problemi di liquidità e la tentazione di servirsi di quell’informazione è allettante.
Il limite che stanno per superare determinerà la loro vita futura.
Parte integrante del film sono le diverse apparecchiature tecnologiche utilizzate: dalle onnipresenti cuffie alla cimice nell’accendino, alle microcamere.
Il film si concentra sulle vite di questi tre agenti e sul loro lato oscuro, su quanto sia corruttibile l’animo umano, soprattutto in circostanze di necessità.
Quest’aspetto è stato spiegato dagli stessi registi, che nello scegliere un orecchio mozzato in una trappola per topi per la locandina del film volevano indicare l’oscurità che la natura umana è capace di possedere.
In determinate circostanze la maggior parte degli individui agisce come mai avrebbe pensato di fare.
C’è un assoluto bilanciamento tra l’azione, la suspense e i sentimenti dei tre poliziotti, vengono delineati dei momenti di intimità che coinvolgono emotivamente lo spettatore.
Nonostante ciò i due autori non li assolvono dai loro crimini, sottolineando che qualsiasi ragione ci sia alla base per comportarsi ‘male’, ne dovranno pagare le conseguenze amaramente.
L’amicizia e il forte senso di cameratismo non li salverà dalle loro scelte.
Mak e Chong non fanno sconti, per uno dei protagonisti lo scotto sarà incommensurabile.
Non esiste un personaggio senza macchia, nessuno è buono a tutto tondo, di tutti si scoprono segreti, difetti, bugie che li rendono umanamente veri, come le tentazioni alle quali cedono facilmente. Nessuno ne esce vincente.
Mak e Chong dipingono un quadro feroce e onesto del dolore e della morte, che non lascia prigionieri, come la sequenza in cui una donna si butta da un palazzo per aver perso tutto in borsa.
In “Overheard” gli eventi si rincorrono l’un l’altro, ogni azione produce una reazione a cui bisogna porre rimedio, e i minuti sono contati. Tutto si incastra alla perfezione, le inquadrature i movimenti di macchina e la partitura musicale conferiscono una trepidazione entusiasmante.
I registi e sceneggiatori hanno realizzato un film che sarebbe un peccato perdersi, in cui la vita è la posta in gioco in una partita a scacchi con la morte.
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