Titolo: The Man From Nowhere
Titolo originale: Ajusshi
Corea del Sud: 2010. Regia di: Jeong-beom Lee
Genere: Thriller Durata: 119'
Interpreti: Bin Won, Sae Ron Kim, Hyo-seo Kim, Tae-hoon Kim, Hee-won Kim, Jong-pil Lee
Sito web ufficiale:
Sito web italiano:
Nelle sale dal: Inedito in blu-ray
Voto: 7,5
Trailer
Recensione di: Francesca Caruso
L'aggettivo ideale: Adrenalinico
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“The Man From Nowhere” (Ajusshi, 2010) esce per la prima volta in Italia il 21 maggio 2013 in Blu-ray e Dvd, distribuito da Tucker Film e CG Home Video nella collana Far East Film.
Presentato al 13esimo Far East Film Festival (2011), questo film si è dimostrato capace di vincere dei premi in parecchi dei festival a cui ha partecipato.
Al 19esimo Philadelphia Film Festival ha ricevuto una menzione speciale, all’8° Korean Film Awards si è portato a casa ben 7 premi, compreso quello di Miglior Attore a Won Bin. Al 31esimo Blue Dragon Film Awards si è aggiudicato 3 premi, uno dei quali per il Miglior Box Office.
“The Man From Nowhere” è stato il film che ha incassato di più nel 2010 in Corea del Sud, con 6,228,300 biglietti venduti.
Vi è raccontata la storia di Tae-sik, gestore di un banco dei pegni in un quartiere povero. L’uomo è di poche parole e nessuna voglia di socializzare.
So-mi, una bambina di dieci anni, non si scoraggia e cerca di farci amicizia.
Quando la madre della bambina si impossessa di una partita di droga di una banda di trafficanti, firma la sua condanna e quella di So-mi. I fratelli Man-sik e Jong-sik scoperto il furto rapiscono madre e figlia. Tae-sik farà di tutto per salvare la bambina e nel farlo verranno a galla i traffici nefandi dei due fratelli.
Il titolo originale “Ajusshi” significa letteralmente “signore” ed è l’appellativo che So-mi rivolge a Tae-sik, sottolineando il fatto di non conoscere il suo nome tanto quanto la sua provenienza.
È un uomo sbucato da chissà dove, senza un passato, che si nasconde dal mondo e vuole stare lontano dalla gente. Solo So-mi va oltre il suo apparente distacco. Lui le piace, rappresenta l’unica persona che ancora le piace (come lei stessa ammette in una scena molto toccante).
Lee Jeong-beom conferisce ampio respiro ai sentimenti dei personaggi bilanciandoli con l’azione serrata e senza una sbavatura.
Tra le tante sequenze d’azione ben confezionate, da rimarcare è sicuramente quella in cui mentre è inseguito da un poliziotto, Tae-sik correndo salta da una finestra e arriva sul selciato. Per ottenere la fluidità - con cui appare la sequenza a lavoro finito – le riprese sono state effettuate varie volte: un cameraman corre dietro all’attore e salta fuori dalla finestra quasi in contemporanea. Entrambi sono stati legati a dei cavi ricavandone il pregevole risultato mostrato agli occhi dello spettatore.
“The Man From Nowhere” è un film adrenalinico, con scontri appassionanti.
Le coreografie delle avvincenti azioni permettono alla macchina da presa di stare vicina, molto vicina ai personaggi, sottolineando l’idea di una vicenda personale per Tae-sik. So-mi gli sta molto a cuore e questo viene espresso tanto dal volto di Won Bin – dallo sguardo determinato e che non batte ciglio davanti ai criminali – quanto dalla foga nel combattimento corpo a corpo.
Molto bello il corpo a corpo nel bagno di una discoteca. Spazio ristretto, eppure i movimenti e le inquadrature comunicano tutta la loro efficacia.
Senza dimenticare la tante tematiche affrontate, ben amalgamate al tutto, ad iniziare dal rapporto d’amicizia instauratosi tra Tae-sik e So-mi, che sfocia in alcuni momenti in quello padre/figlia.
Gente povera, costretta a vendere i propri bambini, sfruttati da criminali senza scrupoli che li utilizzano per preparare le dosi di eroina e per le consegne di questa da un quartiere all’altro della città, finendo col traffico di organi. Lee Jeong-beom mostra il sommerso di un mondo che spesso non si conosce o ci si rifiuta di vedere, lasciando fuori campo le situazioni più eccessive, creando una sospensione prolungata che sembra eterna.
Il film ha dei brevi momenti e delle battute umoristiche, che definiscono i personaggi e alleggeriscono le drammaticità eccessiva nella quale il regista avrebbe potuto infilarsi, inserendoli sempre al momento opportuno.
È un film dalle molte sfaccettature: toccante, dal ritmo incessante, di alto livello tecnico, narrativo e recitativo e questo ha spinto la Dimension Film a volerne realizzare presto un remake in lingua inglese.
Tanto per non smentirsi, gli altri hanno le buone idee e Hollywood drizza le antenne, quando poi il film è anche campione d’incassi in patria, l’affare è servito.
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