Quadrophenia |
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Scritto da Ciro Andreotti | |
giovedì 28 maggio 2020 | |
Quadrophenia (Quadrophenia: A Way of life) Gran Bretagna, 1979 Regia di: Franc Roddam Genere: Drammatico Durata: 112' Cast: Phil Daniels, Leslie Ash, Philip Davis, Mark Wingett, Sting, Ray Winstone, Garry Cooper, Gary Shall, Toyah Wilcox.
Londra anni ’60. Jimmy Cooper vive con i genitori e la sorella in una casa alla periferia della città e lavora come fattorino di un’agenzia pubblicitaria. Inno generazionale scritto da Pete Townshend nei primi anni ’70 e opera rock che inizialmente riguardava le quattro personalità che componevano il gruppo degli Who, oltre che un inno della subcultura Mod che da quasi due decadi, e partendo dalla Terra d’Albione, aveva invaso prima gli Stati Uniti e di lì a breve, in una seconda ondata favorita proprio dalla storia di un giovane fattorino Londinese, avrebbe trovato nuova linfa vitale anche nel nostro paese. Il merito difatti della pellicola di Franc Roddam, futuro ideatore del format MasterChef, è stata quella non di rappresentare il canto del cigno di uno stile di vita, ma bensì il perpetuarsi di questi nel corso del tempo. Quadrophenia seppur datato e figlio di un’epoca nel corso della quale abbigliamenti e gusti musicali potevano facilmente identificare i giovani, già afflitti da divergenze di opinioni e ideali con i loro genitori, ancora oggi viene rivisto in continuazione da orde di appassionati di sub culture, da amanti del cinema, della musica, e ovviamente dai Mods più incalliti, divenendo quello che Easy Rider è per la cultura hippy.
Una sceneggiatura lineare modificata rispetto all’opera rock per risultare meno onirica e più ancorata a vicende comuni, vede nel protagonista, impersonato da Phil Daniels il deus ex machina della narrazione. A fine pellicola, o alla fine della sua ennesima visione, Quadrophenia è certamente inquadrabile come ben più di un apprezzabile film ma bensì come la perfetta commistione di musica e tendenze culturali, spaccato della condizione giovanile dei ’60 e di riflesso dei ’70 e osservatorio privilegiato su un mondo che ha saputo rigenerarsi dalle proprie ceneri. |
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