Prima Persona Singolare |
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Scritto da Francesca Caruso | |
mercoledì 24 marzo 2021 | |
Prima Persona Singolare
Sono dei pensieri su cui ci si sofferma e si comprende quanto questi siano veri e quanto sarebbe bello se tutti li mettessero in pratica nella vita di tutti i giorni, ancora meglio se fossero insiti in ognuno di noi, cosicché nessuno possa dire cosa manca nella propria prima persona singolare. Uno tra i tanti pensieri che lasciano un segno è sicuramente quello espresso nel primo racconto “Su un cuscino di pietra”: “È una cosa strana (o forse non lo è per niente), ma le persone invecchiano in un batter d’occhio. (…) Chiudiamo un attimo gli occhi, e quando li riapriamo, ci rendiamo conto che molte cose – cose che hanno un nome e cose che non ce l’hanno – sono già scomparse. Sono state spazzate via dal vento in piena notte, tutte quante senza lasciar traccia. Ne restano solo labili ricordi. Anzi no, non si può nemmeno parlare di ricordi attendibili. Chi può stabilire con certezza cosa ci sia veramente successo un certo giorno? Tuttavia, se abbiamo fortuna, a volte ci restano accanto alcune parole.” Quanta saggezza in queste parole. Quanto è bello avere dei ricordi, e se sono ancora vividi, è ancora meglio. I ricordi ci fanno comprendere che il tempo passa, ma abbiamo anche - grazie ad essi - la percezione concreta delle esperienze fatte e delle persone incontrate fino ad un particolare momento della nostra vita. La dolcezza, o l’amaro, di quanto vissuto ci ha reso ciò che siamo nel tempo presente, ora, in questo preciso momento. Senza quei ricordi e quindi gli incontri fatti e le situazioni in cui ci siamo trovati, saremmo un’altra storia, un’altra prima persona singolare. “A questo mondo non c’è nulla che abbia valore e si possa ottenere senza sforzo, non una singola cosa, non ti illudere!(…) Ma se ce la fai, se mettendoci tempo ed energia realizzi un obiettivo quasi inarrivabile, diventerà la crema della tua vita.” (dal secondo racconto “La crema della vita”) Oltre al fatto che sia vero che nessuno ti regala niente, ciò che si ottiene senza sforzo (le eccezioni ci sono sempre) non dona la stessa gioia e pienezza emotiva di un obiettivo raggiunto mettendoci tutto te stesso. Si ha un appagamento mentale ed emotivo ineguagliabile (“Ci sono riuscito/a, sono stato/a davvero bravo/a”) e se poi c’è anche il riconoscimento altrui, è un qualcosa in più di gratificante. Murakami ancora una volta smuove la mente del lettore. I suoi racconti , tanto quanto i suoi romanzi, sono benzina per l’intelletto. Con le sue opere è difficile che si rimanga inoperosi o passivi sia durante che dopo la lettura. Lo si può amare o meno, ma non rimanere indifferenti. Un suo scritto può non appassionare e il successivo invece farlo, eppure qualche traccia rimane dentro e ci si rimugina sopra anche dopo alcuni giorni. Questo è un tratto della potenza della sua scrittura. Buona lettura!
Prima Persona Singolare Francesca Caruso |
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